Manovra, il ddl bilancio approderà nell'aula del Senato il 19 dicembre, e 2 giorni dopo a Montecitorio

Manovra, il ddl bilancio approderà nell'aula del Senato il 19 dicembre, e 2 giorni dopo a Montecitorio

Manovra, il ddl bilancio approderà nell'aula del Senato il 19 dicembre, e 2 giorni dopo a Montecitorio


Intanto Fratelli d'Italia chiede unità alla coalizione di centrodestra sul voto per il Colle: se Mario Draghi non dovesse essere della partita e Silvio Berlusconi non avere i numeri l'obiettivo è convergere su una figura condivisa prima nell'alleanza

Lavori parlamentari ridotti all'osso per l'esame della legge di bilancio 2022. Oggi, 6 dicembre, la commissione Bilancio del Senato, dove la manovra è approdata circa 20 giorni fa, non ha ancora iniziato l'esame degli emendamenti, mentre gli incontri tra maggioranza e governo continuano a susseguirsi.


I relatori

Il provvedimento è approdato a palazzo Madama l'11 novembre ed è stato annunciato il 16 novembre ma, a distanza di quasi 3 settimane, l'unica decisione che è stata presa riguarda i relatori, su cui è stata trovata l'intesa dopo una lunga mediazione. Il ddl bilancio dovrebbe approdare nell'aula del Senato il 19 dicembre e, solo 2 giorni dopo, è atteso nell'aula dell'altro palazzo. I tempi lunghi consentono anche di 'giustificare' il mancato esame del provvedimento da parte della Camera, che di fatto potrà solo dare il via libera, senza modificare una virgola. Nonostante la contrazione dei lavori, effetto anche del covid, sembra difficile rispettare le date indicate senza ricorrere a procedure straordinarie (il provvedimento dovrebbe essere esaminato dalla Commissione Bilancio della Camera prima di arrivare in aula).


Gli emendamenti

La necessità di concordare le modifiche da inserire nella manovra è anche conseguenza del numero di emendamenti presentati (circa 6.300), di cui ben 5.000 portano le firme di esponenti della maggioranza. Con un numero così elevato di richieste, che dovrebbe concentrarsi in un massimo di 500 proposte che dovranno costare al massimo 600 milioni di euro, sembra più chiara la scelta del governo di cercare una soluzione con le diverse anime dell'esecutivo. Calendario alla mano, quindi, restano meno di due settimane per i lavori parlamentari, che si concentreranno tutti in commissione Bilancio. Poi il provvedimento dovrà essere approvato dall'aula del Senato, quindi su sposterà alla Camera, dove è atteso prima in commissione Bilancio e poi in aula. Il tutto dovrà avvenire entro il 31 dicembre, termine oltre il quale scatterebbe l'esercizio provvisorio.


Il Colle

Intanto Fratelli d'Italia chiede che la coalizione di centrodestra si presenti all'appuntamento del voto sul Colle in modo unitario e di trovare un'intesa anche su un 'piano B'. Se Draghi non dovesse essere della partita e il Cavaliere non avere i numeri l'obiettivo è convergere su una figura condivisa prima nell'alleanza, senza logiche di maggioranza e opposizione. Diversi i nomi che si fanno nel centrodestra, da Pier Ferdinando Casini a Giulio Tremonti, da Marcello Pera a Maria Elisabetta Casellati e Letizia Moratti. Se, invece, la prospettiva è quella di puntare su Draghi allora Fdi spingerebbe in maniera ancora più decisa per il voto anticipato, già in estate. "Governo Cartabia o Franco? Bene se per guidare il Paese al voto", ha detto oggi in un'intervista il capogruppo leghista alla Camera, Riccardo Molinari. Anche il coordinatore azzurro Antonio Tajani ha aperto alle urne qualora il sostituto di Mattarella dovesse essere il premier, ma in Forza Italia in tantissimi frenano sul voto. Il partito del 'no alle elezioni anticipate', in realtà, trova adesioni in tutti i gruppi parlamentari.


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