Maria Stella Gelmini a RTL 102.5: “Nella rottura con FI c’è stata una mia richiesta di chiarezza sulla Russia. Assurdo il viaggio di Salvini a Mosca senza informare il ministro degli Esteri"

Maria Stella Gelmini a RTL 102.5: “Nella rottura con FI c’è stata una mia richiesta di chiarezza sulla Russia. Assurdo il viaggio di Salvini a Mosca senza informare il ministro degli Esteri"

Maria Stella Gelmini a RTL 102.5: “Nella rottura con FI c’è stata una mia richiesta di chiarezza sulla Russia. Assurdo il viaggio di Salvini a Mosca senza informare il ministro degli Esteri"


Maria Stella Gelmini (Azione), Ministro per gli affari regionali e le autonomie, è stata ospite questa mattina durante Non Stop News con Barbara Sala, Enrico Galletti, Luigi Santarelli e Massimo Lo Nigro

IL PROGRAMMA DI AZIONE

Sono giornate intense. Ieri abbiamo presentato il programma di Azione con Calenda e i colleghi di Azione e di Italia Viva, è un’estate di lavoro”, ha detto la Gelmini.

NESSUN IMBARAZZO

Oggi sui giornali parlano di una sorta di imbarazzo da parte sua durante la conferenza stampa di ieri. “Francamente nessun imbarazzo, anzi, mi è sembrata un’occasione molto utile per illustrare un lavoro che abbiamo svolto in queste giornate intense per presentare un programma che si può riassumere in due parole: avanti con l’agenda Draghi, avanti con il piano nazionale di ripresa e resilienza, non facciamo perdere al Paese i duecento miliardi che l’Europa ci ha messo a disposizione”.

MATTEO RENZI

Come mai non c’era Matteo Renzi alla presentazione del programma di ieri? “Ci sarà nelle prossime occasioni. Sicuramente Renzi sarà un protagonista della campagna elettorale insieme a Calenda, Carfagna, alle ministre del governo Draghi e a tanti altri. Renzi ha fatto un gesto di grande generosità facendo un passo indietro rispetto alla leadership di questa formazione, ma sarà un protagonista della campagna elettorale e si sta dando da fare sui territori dove è candidato”.

SCUOLA, GIOVANI E RDC

Tra i punti che propone Azione su scuola, università e ricerca c’è l’innalzamento dell’obbligo scolastico fino ai diciotto anni e la riduzione di anno, si finirebbero le superiori un anno prima. “In realtà nel programma di Azione ci sono due pagine sulla scuola e sulla formazione e quello che noi stiamo provando a declinare è la riforma dell’istruzione tecnica superiore. Noi vogliamo garantire ai giovani un’occupazione. Sicuramente ci sono altri Paesi europei che hanno ridotto da cinque a quattro anni la scuola superiore e anche in Italia qualche esempio sperimentale in tal senso già c’è. La riforma centrale non è questa. L’attenzione è al futuro dei giovani, quindi il match tra la formazione che oggi siamo in grado di garantire ai ragazzi e dall’altro lato le richieste delle imprese. Molte volte le imprese non trovano i profili necessari per dare occupazione. Il senso è di superare questo disallineamento tra il tipo di formazione che oggi la scuola italiana è in grado di dare ai ragazzi e le richieste delle imprese. Se proviamo a costruire dei modelli che in parte già esistono ma che devono essere declinati in tutte le regioni italiane e che siano coerenti con i distretti industriali e le esigenze del mondo dell’impresa vuol dire non garantire un pezzo di carta alla fine di quel percorso di studi ma la garanzia di un’occupazione. Questo è quello che serve, abbiamo ancora due milioni di giovani che non lavorano e non studiano e tanti giovani che faticano a trovare un’occupazione. Non dobbiamo dare il reddito di cittadinanza a questi ragazzi, ma delle garanzie per il futuro”.

I SONDAGGI E IL TERZO POLO

Cosa prevedete? Vi spaventa il leggero calo dei sondaggi che prevede poco più del 5%? “No, assolutamente. Abbiamo appena iniziato un percorso. La collaborazione tra Azione e Italia Viva è appena iniziata. Noi pensiamo che di un progetto che sia lontano dagli estremismi di destra e di sinistra ci sia un estremo bisogno, pensiamo che ci sia una grande necessità di andare avanti con chiarezza e con trasparenza verso gli elettori rispetto a una volontà di non gettare alle ortiche le tante riforme e i tanti progetti che il governo Draghi stava portando avanti. Lega, Forza Italia e M5S hanno scelto di interrompere questa esperienza facendo un grandissimo danno al Paese, perché voglio ricordare che il Presidente Draghi era impegnato nella definizione di un tetto al prezzo del gas in Europa che è una cosa molto concreta di cui avrebbero potuto beneficiare famiglie e imprese, invece ci troviamo in una soluzione in cui tutto il lavoro è stato interrotto, abbiamo una campagna elettorale sotto l’ombrellone e non è quello di cui il Paese ha bisogno. Le emergenze, anche se ciascuna forza politica prova a raccontare la sua, non sono finite: dall’emergenza energia, al caro delle materie prime, all’aumento dell’inflazione, tutto questo il governo Draghi lo stava affrontando. Queste emergenze rimangono e non è il tempo degli slogan o delle promesse mirabolanti, si trattava di continuare quel lavoro. Il terzo polo è nato nel momento in cui alcune forze politiche hanno interrotto quell’esperienza, hanno tolto Draghi dalla guida del Paese. Qual è il senso del terzo polo? Dare continuità a quell’esperienza, dare la possibilità all’Italia di guardare al futuro. Non con qualche punto di reddito di cittadinanza, con i bonus o l’assistenzialismo ma attraverso riforme serie, competenza, per dare a questo Paese un futuro. Questo è il senso del terzo polo”.

LA FLAT TAX

La nostra ricetta economica parte dalla delega fiscale che avevamo appena approvato in Parlamento e che prevede innanzitutto una drastica semplificazione, perché oggi il manuale per il pagamento dell’IRPEF è di 341 pagine, è evidente che serve un disboscamento di troppe normative che rendono la vita estremamente difficile al contribuente. Noi vogliamo sicuramente semplificare l’IRPEF, abolire del tutto l’IRAP con riferimento alle persone fisiche ma anche a società di capitali e professionisti. Vogliamo ridurre l’IVA a due aliquote, abbiamo immaginato una detassazione specifica per i giovani. Una detassazione per i giovani del 100% fino a 25 anni credo sia un fatto estremamente importante. Sicuramente abbiamo chiaro che non si possono fare promesse che possano aumentare ulteriormente l’indebitamento italiano. Questo perché durante la stagione del covid abbiamo dovuto spendere 130 miliardi che hanno creato un nuovo debito. Chi oggi propone ricette che possono essere in astratto corrette ma che determinerebbero un ulteriore appesantimento dei conti, non sono ricette sostenibili. In questo momento abbiamo la necessità di tenere in ordine i conti e da questa capacità dipende la crescita, lo sviluppo e la competitività del nostro Paese. Le nostre ricette sono sostenibili, soprattutto dal punto di vista finanziario. Diciamo no alla patrimoniale in maniera molto netta, vogliamo abbassare le tasse anche sul risparmio, ma pensare che oggi si possa attuare la flat tax con le condizioni del bilancio che il Paese ha dopo il covid è una bella promessa elettorale difficile da realizzare, oltre al fatto che Lega e Forza Italia forse dovrebbero decidere la percentuale della flat tax, si mettessero d’accordo almeno sulla percentuale”.

GOVERNI BERLUSCONI

Diversi governi di cui ha fatto parte hanno fatto debito. “La situazione del Paese non è quella di tanti anni fa. Abbiamo speso 130 miliardi, un’emergenza energia, un’emergenza legata all’inflazione. Nel frattempo l’Europa ci ha dato delle opportunità, credo abbia più senso utilizzare quelle risorse e tener conto di quanto è stato fatto in questi mesi. Abbiamo approvato una delega fiscale, cosa facciamo, la buttiamo via? Credo bisogna essere consequenziali rispetto alla situazione emergenziale del Paese e anche alle misure che il Parlamento ha votato. La delega fiscale sta per essere approvata definitivamente e deve essere la base di partenza perché lì è scritto come deve essere modificato il fisco”.

CASO MEDVEDEV

Certamente le parole di Medvedev sono molto gravi, perché denotano un interesse nei confronti delle elezioni e una presa di posizione molto grave. Detto questo credo che questa campagna elettorale debba servire anche per una chiarezza nei confronti della Federazione Russa e dell’attacco scellerato che è stato fatto all’Ucraina”.

CENTRODESTRA, FORZA ITALIA E RUSSIA

Rispetto a questa situazione internazionale ancora una volta Draghi aveva preso una posizione netta a favore di chi è stato aggredito, tra i punti di rottura con Forza Italia c’è stato anche questo. Io ho chiesto una chiarezza nei rapporti con la Federazione Russa. Questa chiarezza non c’è stata, la mia posizione è coerente con il governo di cui ho fatto parte e ritengo che sia stato fondamentale non solo l’ingresso nella NATO di Finlandia e Svezia, mi domando se ci fosse stato un governo di destra se questo allargamento sarebbe stato votato, così come ho trovato assurda l’ipotesi del viaggio di Salvini a Mosca senza informare il Ministro degli Esteri, e credo che oggi l’Italia non debba diventare il ventre molle dell’Occidente, debba avere la schiena dritta al fianco dell’Europa e della NATO. Europeismo e atlantismo sono due punti fondamentali del programma di Azione ma sono due posizionamenti indispensabili per l’Italia per non essere isolata a livello internazionale e per stare dalla parte giusta della storia. Chi vota Azione ha questo posizionamento”.
Gli attacchi fatti a Berlusconi sulle presunte amicizie con Putin sono strumentali? “Credo che prima del 24 febbraio Berlusconi come anche la Merkel e altri leader europei abbiano provato ad avere con la Russia un rapporto di leale collaborazione. Credo che prima del 24 febbraio questa posizione fosse corretta, dopo il 24 febbraio mi sarebbe piaciuto vedere da parte di Forza Italia e del centrodestra maggiore chiarezza. Prendo atto che oggi nel programma qualcosa è stato scritto, ma forse non basta”.

GIORGIA MELONI E LE ACCUSE DI PERICOLO FASCISMO

Questa è la posizione della sinistra e non è la mia posizione. Se Giorgia Meloni fosse votata dagli italiani sarebbe il voto degli italiani a legittimarla. Io ho un’altra preoccupazione: con Meloni premier mi preoccupano i rapporti con l’Europa, il piano nazionale di ripresa e resilienza, le risorse, in una parola il portafoglio degli italiani. Essere contro l’Europa, non aver votato e proporre di rinegoziare il PNRR vuol dire mettere a repentaglio delle risorse che servono per gli asili nido, per ospedali, imprese, strutture, per la competitività di questo Paese. La scelta di campo non è tra destra e sinistra ma tra chi vorrebbe Giorgia Meloni premier e chi, come Azione, lavora per costruire una maggioranza che possa proseguire il lavoro di Mario Draghi che è ritenuto la persona più adatta per guidare una stagione economia così difficile come quella che stiamo attraversando. Se in diciotto mesi siamo riusciti ad approvare ventuno riforme, a mettere ai blocchi di partenza altre ventisette riforme che il Parlamento avrebbe votato se non fosse caduto il governo, credo che questo lavoro debba essere proseguito. Draghi è la persona più attrezzata per guidare l’Italia in questo momento”.

DRAGHI PREMIER

Vuole farlo? “Credo dipenda da come andranno le elezioni. Anche l’altra volta Draghi non ha chiesto di fare il presidente del Consiglio, Mattarella l’ha sollecitato visto che c’era una situazione molto complessa da affrontare e Draghi ha dato la sua disponibilità. Mai dire mai, tocca a noi in ogni caso. La disponibilità di Draghi, se ci fossero le condizioni di una maggioranza pronta a sostenerlo potrebbe esserci, ma in ogni caso il metodo che ha utilizzato nel guidare il governo, l’agenda fatta di concretezza e di attenzione all’inflazione, al caro energia e ai problemi economici che hanno gli italiani, ecco quest’agenda deve proseguire, non è un’agenda di una parte politica ma dell’Italia, è ciò che serve al Paese per andare avanti”.

SILVIO BERLUSCONI

Berlusconi ha detto che ha preso atto con amarezza della scelta di Gelmini di lasciare Forza Italia. “Mi permetto di dire che i primi ad essere delusi sono esattamente gli elettori di Forza Italia che non comprendono perché Berlusconi e Forza Italia abbiano scelto di seguire Salvini, a sua volta preoccupato per i sondaggi della Meloni, e far cadere il governo. I primi ad essere stati traditi, delusi dalla scelta di Forza Italia di mandare a casa Draghi sono gli elettori. Il terzo polo non sta con la sinistra, abbiamo un posizionamento equidistante dalla destra che ormai ha il suo baricentro in Giorgia Meloni e in Fratelli d’Italia e dalla sinistra che va a braccetto con Fratoianni. Siamo l’unica novità. Siamo il terzo polo rispetto a due posizioni dove ci sono coalizioni contraddittorie. Siamo appena nati, è un partito giovane ma che ha scelto la coerenza rispetto all’agenda di Draghi, che ha scelto coerenza rispetto ai problemi degli italiani. Non promettiamo flat tax né reddito di cittadinanza, ma un percorso serio fatto di fatica, competenza, riforme. C’è un lavoro da portare a termine e siamo pronti a rimboccarci le maniche e a portare a termine quel lavoro che Draghi aveva iniziato. L’anno scorso, prima dell’attacco all’Ucraina, l’Italia stava crescendo di sei punti percentuali, vuol dire che quella ricetta stava funzionando, noi vogliamo portarla avanti”.
Con Forza Italia è un capitolo definitivamente chiuso? “Sì, un capitolo chiuso. Per me è stata una scelta molto dolorosa, però credo che se in questa legislatura se ne sono andati quaranta parlamentari e la delegazione dei ministri ha scelto di uscire da quel partito non si può far finta di niente. Forza Italia si è evidentemente allontanata dai suoi valori, dal suo posizionamento inseguendo Salvini. Credo che questa scelta non sarà premiata neanche dagli elettori”.



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