Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, respinge le accuse
Maria Zakharova,
12 marzo 2023, ore 17:45
Le dichiarazioni attribuitele dal think tank Usa Institute for the Study of War, secondo il quale avrebbe parlato di "scontri tra elite" russe, sono un falso
La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha respinto come un falso le dichiarazioni attribuitele dal think tank Usa Institute for the Study of War, secondo il quale avrebbe parlato di scontri tra elite russe nel corso di un seminario. Sul suo canale Telegram Maria Zakharova ha postato una immagine della notizia con sopra stampato in rosso "fake", falso. La portavoce ha affermato che su di lei sono già state diffuse molte notizie false, dal fatto che abbia un passaporto americano a quello che abbia dato alla luce un bambino negli Usa, all'acquisto di borse e vestiti a prezzi esorbitanti. "Quante stupidaggini non ho letto su di me!", ha aggiunto. Adesso, ha affermato ancora Zakharova, vengono diffuse presunte notizie su quanto avrebbe detto con "le parole chiave 'Cremlino', 'non e' in grado', 'non puo''". La portavoce ha detto comunque di non esserne sorpresa: "Mi sono state imposte sanzioni addirittura PRIMA dell'inizio dell'operazione speciale militare con la motivazione di aver facilitato il dispiegamento di truppe russe in Ucraina. Ricordatelo, e ditelo agli altri: se scrivono da qualche parte che sto dicendo che non possiamo resistere, allora quella non sono io".
Attacco al ministro degli esteri dell'Ucraina
La Zakharova ha poi attaccato il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba per dichiarazioni riportate nei giorni scorsi da La Repubblica e La Stampa in cui ha criticato gli italiani che chiedono una fine negoziata del conflitto con la cessione di territori ucraini. In particolare ha sottolineato una frase in cui Kuleba chiede se gli italiani sarebbero pronti a cedere la Calabria, la Sardegna, il Piemonte o l'Alto Adige. "E' un peccato che il rappresentante del comico, il presidente Volodymyr Zelensky, non precisi che gli italiani non hanno messo in ginocchio le legittime autorità di quelle regioni, non abbiano mandato carri armati in Piemonte e in Alto Adige e non abbiano espulso dalle loro terre gli abitanti di Sardegna e Calabria".