Il grillino Di Battista ha attaccato Draghi identificandolo come una sorta di punta avanzata delle truppe speciali dei “poteri forti”. Una sorta di Apostolo degli stessi. Poiché Draghi è stato incaricato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per la proprietà transitiva anche il Capo dello Stato sarebbe un membro, o un sottoposto, dei suddetti “poteri forti”. In queste affermazioni si palesa in tutta evidenza l’ignoranza di Di Battista e di molti seguaci del tragicomico concetto del “uno vale uno”.
Draghi salvò l’Euro, ma non solo
Tralasciamo il notissimo intervento di Draghi che salvò di fatto l’Euro e l’Europa dall’attacco speculativo dei veri poteri forti che dalle torri di New York, via Londra, volevano affossare la moneta europea per far tornare in auge l’indebolito dollaro. Se Di Battista e i suoi adepti avessero seguito la serie su Sky I Diavoli, non dico avessero letto e studiato i documenti dell’epoca, si sarebbero divertiti e avrebbero evitato di fare affermazioni a dir poco improvvide. C’è però un altro episodio che depone a favore di Mario Draghi come guardiano attento e vigile, quindi pericoloso, eccome, per i “poteri forti”.
L’inchiesta sulle agenzie di rating
Nel 2013 ebbe inizio a Trani un’inchiesta sul ruolo delle agenzie internazionali di rating nelle valutazioni del debito italiano che condizionarono le scelte politiche del tempo, con le dimissioni del governo Berlusconi e l’impennata feroce del fatidico spread. Il pubblico ministero tranese, Michele Ruggiero, aveva avviato le indagini dopo la denuncia dei presidenti di Adusbef e Federconsumatori. Perché Trani su una questione così importante e di valenza internazionale? Perché se viene presentata una denuncia in Italia su eventuali reati commessi nel nostro Paese da soggetti esteri, ha facoltà di prendere l’iniziativa la prima Procura che si mette in azione. Diciamo subito che l’inchiesta portò ad un processo e che questo è finito con l’assoluzione dei rinviati a giudizio. In quei mesi, il pubblico ministero Ruggiero, ascoltò come persona informata dei fatti anche il professor Mario Draghi, capo della Bce. Al sostituto procuratore Draghi disse che le agenzie di rating, vera espressione dei poteri forti, con tanto di mega palazzi a New York, Londra e non solo, erano minate da un incredibile conflitto di interessi, poiché si trattava di agenzie private che hanno nei loro consigli di amministrazione i più importanti finanzieri che, ovviamente, potevano influenzare questi giudizi a seconda dei propri interessi.
Una agenzia di rating europea
Draghi sottolineò anche la necessità che l’Europa costituisse in tal senso una propria agenzia di valutazione indipendente. “È ora di non prendere in considerazione quei voti come fossero oro colato”. Poiché venni in possesso di quel verbale, realizzai un servizio per il Tg5 e la notizia fu poi ripresa dal Sole 24 Ore. Avessero potuto, le agenzie di rating che rappresentano i veri “poteri forti” emanazione dei grandi finanzieri internazionali (Soros per fare un nome) avrebbero volentieri messo le mani al collo del Presidente della Bce. Non voglio polemizzare con Di Battista e i suoi seguaci, consiglio loro un ripasso di storia, una rilettura dei giornali e qualche buon libro. Certo, non basta aver studiato alle elementari sul sussidiario. E credetemi, non occorre nemmeno aver frequentato il Mit di Boston. Basta solo consentire ai neuroni di collegarsi tra loro.