10 settembre 2024, ore 08:00
agg. 11 settembre 2024, ore 17:58
A lanciare l'allarme sulle condizioni del più vasto ghiacciaio delle Dolomiti è un progetto di monitoraggio delle masse glaciali alpine realizzato da Legambiente, Cipra e il Comitato Glaciologico Italiano
Un nuovo allarme risuona per la Marmolada, il più vasto ghiacciaio delle Dolomiti, descritto come un malato in "coma irreversibile" a causa del continuo riscaldamento climatico degli ultimi anni. Questo preoccupante verdetto arriva al termine della Campagna dei Ghiacciai, un progetto di monitoraggio delle masse glaciali alpine realizzato da Legambiente, Cipra e il Comitato Glaciologico Italiano (CGI). Gli esperti ipotizzano che, continuando di questo passo, entro il 2040 la Marmolada potrebbe scomparire del tutto, lasciando spazio a un deserto di roccia levigata.
LA FUSIONE DEL GHIACCIO
La progressiva fusione del ghiaccio ha già fatto emergere rifiuti vari e persino i resti di soldati della Prima Guerra Mondiale, sepolti per decenni sotto il permafrost. Legambiente sottolinea che, oltre alla crisi climatica, la Marmolada soffre anche di inquinamento da microplastiche e rifiuti, aggravato dalla cattiva gestione degli impianti chiusi, come quello di Pian dei Fiacconi. Questa situazione precaria accomuna la Marmolada ad altri grandi ghiacciai delle Alpi, come l'Adamello e i Forni, anch'essi posti a meno di 3500 metri di altitudine.Le misurazioni effettuate durante la campagna indicano che i ghiacciai stanno perdendo spessore a ritmi preoccupanti. Nella Marmolada e nel Forni, si registrano diminuzioni giornaliere di 7-10 centimetri. Per quanto riguarda l'Adamello, le analisi mostrano che oggi si cammina su ghiaccio risalente alle nevicate degli anni '80, testimonianza tangibile del suo degrado.
L'INCIDENTE DI LUGLIO 2022
La Marmolada è osservata speciale soprattutto dopo il crollo del seracco del 3 luglio 2022. Dal 1888, il ghiacciaio ha perso oltre l'80% della sua superficie e più del 94% del suo volume. Se allora si estendeva per circa 500 ettari, equivalenti a 700 campi da calcio, oggi ne restano solo 98 ettari, dopo che negli ultimi cinque anni sono spariti 70 ettari di superficie. La sua lunghezza è diminuita di 1.200 metri, con un innalzamento della fronte a 3.500 metri.
IL PARERE DEGLI ESPERTI
Gli esperti richiedono un approccio nuovo alla gestione della montagna, promuovendo politiche di adattamento e mitigazione. Al termine della campagna, è stato sottoscritto il manifesto "L'altra Marmolada" di Climbing For Climate 6, chiedendo azioni urgenti per una governance sostenibile del territorio. Le Alpi, sempre più vulnerabili alla crisi climatica, richiedono interventi tempestivi, come ribadito da Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente. Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, ha sottolineato la necessità di un piano nazionale di adattamento alla crisi climatica, partendo dalle zone più fragili, come le alte montagne.