Si continua a scavare tra le macerie in cerca di superstiti, nella speranza che non si aggravi un bilancio già pesantissimo: 2.497 morti e circa 2.476 feriti, come raccontano gli ultimi dati diffusi dalle autorità marocchine. La terra intanto continua a tremare e migliaia di persone hanno trascorso la loro terza notte all'aperto, tra villaggi completamente rasi al suolo, soprattutto nelle aree montuose poco lontane da Marrakech, e strade interrotte, che rendono complicatissimi gli aiuti.
ALCUNE ZONE ANCORA SENZA SOCCORSI
“I soccorritori locali hanno svolto un lavoro fantastico ma al terzo giorno sono esausti” ha dichiarato alla BBC il direttore della Croce Rossa regionale. "
Abbiamo raggiunto località dove non sono arrivati i soccorsi, ci sono ancora morti sotto le macerie e gente che tenta da sola di tirarli fuori" ha dichiarato Cicchetti Marchegiani, presidente del Raggruppamento operativo emergenze della Protezione civile, arrivato nel Paese con un team di quattro persone. "
Qui non era arrivato nessuno, quando ci hanno visti si sono gettati sulle nostre macchine. Siamo qui in forma privata non c'entra niente lo stato italiano".
ACCETTATO L'AIUTO DI 4 PAESI
In queste ore infatti a supportare le autorità marocchine sono in arrivo squadre straniere, ma provenienti solo da quattro Paesi: Regno Unito, Spagna, Qatar e Emirati Arabi. Gli unici di cui il governo marocchino ha confermato, al momento, di aver accettato l’aiuto. Il perché è stato chiarito, in una nota, dal Ministero degli interni di Rabat, che punta, forse, anche a porre fine alle presunte polemiche sul tema sollevate dalla Francia. È stata effettuata, si legge nella nota, una valutazione precisa delle esigenze sul campo,
"tenendo conto che la mancanza di coordinamento in tali situazioni potrebbe essere controproducente". Ma non si esclude di chiedere aiuto ad altri Paesi se necessario. Proprio in questi minuti intanto la Commissione Europea fa sapere che il Marocco non ha richiesto l'intervento della protezione civile blustellata, ma che Bruxelles segue la situazione da vicino ed è pronta a mobilitarsi.
SOLIDARIETÀ IN MOTO
Intanto in Marocco anche i civili, insieme alle ong, ai turisti che hanno scelto di restare, sono in moto per aiutare come possono. Numerose le raccolte di coperte e abiti da inviare nei villaggi più colpiti. Negli ospedali si registrano lunghe file per donare il sangue: si stima che siano 6mila le sacche raccolte ogni giorno.