Marvel e Disney incrociano storie, personaggi e autori: andiamo dietro le quinte con Giada Perissinotto e Lorenzo Pastrovicchio
Marvel e Disney incrociano storie, personaggi e autori: andiamo dietro le quinte con Giada Perissinotto e Lorenzo Pastrovicchio
02 novembre 2024, ore 09:00 , agg. alle 15:11
Come fa Paperino a diventare Thor e Wolverine? Ne abbiamo parlato con i due artisti italiani che hanno curato i disegni di queste due particolarissime storie “What If”
I cosiddetti “crossover” vale a dire l’incrocio di due universi apparentemente distanti tra loro, è uno stratagemma narrativo sempre più comune. E i fumetti, in particolare i comics americani, se ne sono fatti in maniera particolare dei veri e propri portabandiera. Eppure capitano comunque eventi epocali che non ti aspetti. Un esempio è la fusione di universi come quelli Marvel e Disney.
Un qualcosa che di fatto è già avvenuto, in termini pratici ed economici (con l’assorbimento della Marvel da parte di Disney nel 2009, a fronte di un esborso di quattro miliardi di dollari). “Il multiverso è un concetto di cui sappiamo spaventosamente poco” avrebbe detto il Dottor Strange, e di fatto il mash up tra Marvel e Disney è qualcosa che si può ascrivere al concetto di multiverso. D’altronde quando vedi un personaggio iconico di casa Disney, che allo scoccare dei suoi novant’anni suonati sfodera gli artigli (metaforicamente e non) qualche domanda te la fai.
Un bel crossover tra Marvel e Disney è quello che ci vuole per rimescolare le carte. E per mettere anche alla prova autori e artisti, che in questo modo devono confrontarsi con sfide sempre nuove. Nella fattispecie siamo di fronte a un appuntamento con la storia per Paperino, che in due diverse storie incarna due icone dell’universo Marvel: Wolverine e Thor.
E, in occasione di Lucca Comics & Games 2024, abbiamo raggiunto i disegnatori delle due storie, pubblicate da Panini Comics, rispettivamente Giada Perissionotto e Lorenzo Pastrovicchio, per andare dietro le quinte della lavorazione di due storie sicuramente fuori dagli schemi classici.
PAPERINO SFODERA GLI ARTIGLI IN "WHAT IF: PAPERINO DIVENTA WOLVERINE"
Cominciamo da te Giada: Paperino diventa Wolverine: com'è stato lavorare sul personaggio che, per l'occasione, diventa artigliato?
È stata sicuramente un’occasione particolarissima, perché non capita tutti i giorni di fare parodie di questo tipo. C’è stata prima la storia di Zio Paperone (ne parleremo tra poco, all’interno dell’articolo, ndr) per la quale abbiamo realizzato tutta una serie di copertine variant. E poi, per la prima volta abbiamo Paperino nelle vesti di vari personaggi. Il primo è stato Wolverine.
Non è stato difficile abbinare Paperino a un personaggio come Wolverine, anche se all’apparenza potrebbe sembrarlo. Perché è uno è tutto serioso, mentre l’altro invece è un papero dell’universo Disney. Eppure la personalità di Paperino, sempre incavolato, con le piume che si arruffano ogni volta che si arrabbia, si abbinava bene. E allora ho pensato di ricreare la classica pettinatura di Wolverine con le piume di Paperino, e il risultato ci stava benissimo. Gli artigli invece vengono di conseguenza con le arrabbiature. E anche qui è perfetto, un abbinamento quasi naturale.
È più una sfida lavorare su un Paperino "standard", e quindi cercare di dargli "connotati" che artisticamente ti rispecchiano (pur restando sempre fedele allo spirito del personaggio) oppure creare un ibrido con una icona Marvel come in questo caso?
Quando devo creare una storia con parodie, in cui devo far interpretare a personaggi Disney altri personaggi già conosciuti, oppure crearli da zero, è più divertente. Perché lì tiro in ballo tutta la fantasia e posso farli muovere come voglio. Quando devo creare una storia standard devo comunque attenermi al personaggio per il suo ruolo classico nelle storie. Certo, ci posso anche mettere dentro delle mie caratteristiche personali, però il personaggio deve essere Paperino. Diventa più divertente lavorare quando ho la possibilità di far muovere i personaggi con maggiore libertà nelle storie.
UN PAPERO TUONANTE IN "WHAT IF: PAPERINO DIVENTA IL POTENTE THOR"
Con Lorenzo ci spostiamo su argomenti decisamente più “mitologici”: come fa un irascibile e iracondo come Paperino a diventare "degno" di Mjolnir?
Beh, è degno del martello di Thor perché alla fine Paperino è una persona molto semplice, di umili origini, con tante sfortune. Che combatte sempre contro le sue problematiche e le sue avversità. Un po’ come tutti noi, alla fin fine, persone comuni che combattiamo anche solo per fare la spesa al supermercato. Lui se la vive un po’ così. Quindi credo che forse, con la vita che facciamo, ognuno di noi avrebbe diritto ad alzare almeno una volta il martello.
Nel corso della tua carriera hai lavorato tanto su uno dei grandi supereroi "nativi" dell'universo Disney, PK. Com'è trovare Paperino che abbraccia l'universo Marvel?
Mi è venuto abbastanza naturale effettivamente, perché PK lo disegno ormai dal ‘97/’98. Ero sempre stato un grande fan del mondo Marvel e anche adesso leggo molti manga, per intenderci sempre di taglio avventuroso. Poter trasportare queste mie passioni sul fronte Disney è stato il massimo all’epoca, sono stato molto fortunato. E lo sto continuando a fare, PK è un grande personaggio.
Quando mi è stato proposto di mixare i due universi ho fatto addirittura un passo indietro. Perché tanti appassionati americani di Disney non conoscono questo nostro modo italiano di gestire questo Paperino supereroe. Si aspettano delle cose più “disneyane” classiche. E li ho dovuto dare questa sensazione del Paperino dell’animazione, che è un po’ diverso dal nostro dei fumetti – un po’ più imbranato, un po’ più irascibile – e unirlo con quello Marvel, fatto di tagli e inquadrature specifiche, gli effetti speciali a là Jack Kirby (mi sono ispirato ai fumetti dell’epoca). E insomma è stato uno scorporare elementi e rimetterli insieme. Che poi alla fine, a prima vista, uno può dire: “hai continuato a fare quello che fai normalmente”. Invece no, è stato un altro tipo di lavoro.
AUTORI MARVEL E DISEGNATORI DISNEY AL SERVIZIO DI ZIO PAPERONE
Chiudiamo con un incrocio di artisti mica da ridere. Con Jason Aaron in cabina di regia è arrivato sulle pagine del settimanale Topolino “Zio Paperone e il declino dell'infinito”, una storia dal respiro decisamente epico. Che torna sotto i riflettori con un volume ad hoc per celebrarne lo spessore a tutto tondo.
Voi avete entrambi lavorato su questa storia scritta da un colosso del fumetto internazionale come Jason Aaron. Portateci dietro le quinte, che esperienza è stata? E qual è la percezione che all'estero hanno degli artisti italiani?
Giada: All’estero lavorano in maniera diversa dagli sceneggiatori a cui siamo abituati in Disney. Anche solo nel modo in cui è scritta la sceneggiatura. Che qui, tra l’altro, era in inglese (ride). Però proprio l’approccio è completamente diverso. È stato bello perché comunque è qualcosa di diverso dal solito, e quindi anche metterlo in pratica sulla tavola viene in maniera diversa. Io poi per esempio ho avuto le ultime due tavole, e l’ultima era “tremenda”. Perché mi ha inserito centinaia di Paperini e dovevo disegnarli tutti perfetti, non abbozzati. È stata una fatica (ridendo), e lui diceva “Di Più! Di più!”.
Lorenzo: Quella degli artisti italiani è stata una grande scoperta. Nel caso della storia di Zio Paperone ho curato la copertina, che è divenuta quella ufficiale. Che era poi la prima immagine che si vedeva. La storia non era stata ancora realizzata quando mi è stata commissionata la copertina. Non avevo immagini a cui affidarmi e non conoscevo esattamente lo sviluppo della storia. Mi hanno detto per sommi capi cosa sarebbe successo. È stata una cosa difficile perché dovevo cogliere lo spirito di una storia che ancora non era stata sviluppata, quindi ho fatto un po’ di prove. Chi mi guidava, in Disney, sapeva già come sarebbe andata, e quindi ci siamo riusciti. Certo, una volta che ho scoperto il progetto come si è evoluto ormai la copertina era fatta. Forse mi sarebbe piaciuto provarci ancora, rimetterci mano. Perché poi ho visto tantissime copertine fatte da autori americani e lì si innesca lo spirito di competizione
Per quanto riguarda la percezione che hanno degli artisti italiani all’estero l’ho scoperta dopo, quando ho cominciato a disegnare le storie (con Thor e con i Fantastici 4, quest’ultima ancora deve uscire). E lì, ogni volta che mandi le cose ti arrivano questi messaggi di stupore perché loro non si aspettano questo tipo di trattamento sui loro personaggi storici fatti dai nostri autori, e si divertono un sacco. C’è sempre stupore, meraviglia, e questo ci da soddisfazione.
E noi saremo pronti a cercarli, stupore e meraviglia, da sempre presenti nelle storie Disney. Tanto nei classici del passato quanto nelle storie contemporanee che diventeranno i classici del futuro.