Massimo Giletti, in caso di emergenza si azzeri il potere delle regioni, una sola voce a parlare
31 maggio 2020, ore 21:01 , agg. alle 22:48
"La politica ha da sempre un alibi perfetto - racconta il conduttore - ossia la burocrazia"
Sono settimane calde per il giornalismo italiano. Durante la già impegnativa pandemia da coronavirus si rincorrono le polemiche nel nostro Paese, in ultima istanza quella sulla ripresa degli spostamenti tra regioni diverse, consentita dal 3 di giugno prossimo. Di questo e altro ha parlato Massimo Giletti in collegamento con RTL 102.5. Il ruolo di chi fa informazione è sempre più cruciale, anche in virtù dei recenti scandali che hanno coinvolto la magistratura italiana e che devono essere raccontati.
La vicenda Palamara
"Questa sera Luca Palamara sarà mio ospite per un'intervista" anticipa Giletti agli ascoltatori. "Si tratta del magistrato che è al centro della vicenda delle intercettazioni di cui si sta discutendo da più di due settimane e dalla quale sembra emergere che la magistratura non sia lontana dalle segreterie di partito". Il conduttore rivela come Palamara abbia deciso di farsi intervistare "per parlare di tanti passaggi, incluse le chat finite al centro dello scandalo, e per dire la sua verità". Grande attesa quindi per le parole del magistrato, su cui Giletti continua: "Non vorrei che diventasse solo l'uomo nero da mandare via per ripulire la coscienza di qualcuno, il problema non è Palamara ma il sistema. La magistratura dovrebbe mandare avanti solo i migliori". Magistratura che è al centro di un forte dibattito ormai da diverse settimane: "Un conto è scambiarsi delle informazioni - continua il conduttore - un conto è fare dei favori che vanno a ledere il principio dell'uguaglianza" di fronte alla legge.
Lo scontro Stato-regioni
Come anticipato, non si placa la polemica relativa allo scontro tra i governatori di regione e il governo. Scontro che si è ravvivato dopo l'annuncio della ripresa degli spostamenti tra regioni diverse, che dovrebbe partire, pur in attesa di ufficialità, il 3 di giugno prossimo. Decisione che ha diviso non poco i presidenti di regione. Da una parte coloro, come Luca Zaia, che reputano la misura "un bel segnale", dall'altra chi, come Vincenzo De Luca, la ritiene una "scelta irragionevole". Una confusione mediatica generata dalla differenza di visione degli amministratori locali in merito alla situazione epidemiologica attuale. "La cosa più importante che dovrà fare questo Paese è azzerare il potere delle regioni in questo campo in caso di emergenze come una pandemia. Deve gestire tutto lo Stato centrale, ci deve essere una sola voce a decidere". Un'opinione ferma quella di Massimo Giletti, che evidenzia come l'immagine degli italiani all'estero soffra a causa degli scontri interni tra i decisori. "Come possono i turisti venire dall'estero se pensano che litighiamo tra di noi?. L'Italia sta dando un'immagine pessima, di divisione. Per lo meno in caso di pandemia - prosegue il conduttore - deve parlare una sola voce. Come dico io c'è il rischio di avere troppi 'sovranismi regionali'". Una dialettica che rischia di far male non poco all'Italia, in una fase in cui, nemmeno a dirlo, il nostro Paese attraversa una impegnativa crisi economica prima che sanitaria. "Se guardiamo l'ultimo decreto approvato ci accorgiamo che contiene 269 articoli. Credo che la politica abbia da sempre un alibi perfetto, la burocrazia".