Mattarella: "All'inizio dell'invasione in Ucraina ho pensato a Bella ciao"
25 aprile 2022, ore 19:00
Il capo dello Stato ha partecipato alle celebrazioni per il venticinque aprile tra Roma e Acerra
Sembra passata una vita dalle immagini di Sergio Mattarella solo all'Altare della Patria, in una Roma deserta come tutta Italia, sotto la morsa del Covid-19. Un virus ancora poco conosciuto all'epoca, con l'orizzonte dei vaccini ancora lontano. In realtà si tratta di due anni, due anni in cui il nostro Paese ha vissuto sfide inimmaginabili. Oggi il capo dello Stato è tornato ancora una volta al Vittoriano, ma questa volta non era più da solo. Insieme a lui le più alte cariche dello Stato, oltre che Roma e l'Italia intera. C'erano tutti o quasi, vista la positività al Coronavirus del presidente del Consiglio Mario Draghi, ancora in quarantena e in attesa di negativizzarsi. La corona d'alloro ai piedi del milite ignoto e poi il viaggio verso Acerra, sede delle celebrazioni ufficiali per il 2022 come città simbolo della liberazione, dopo essere stata profondamente segnata dai combattimenti e dalle rappresaglie delle truppe naziste.
Il riscatto italiano
Nel rievocare le immagini di quei giorni della Seconda guerra mondiale, il presidente della Repubblica ha parlato di "riscatto italiano" contro l'occupazione nazifascista. "La Resistenza contro il nazifascismo" ha dichiarato Mattarella ad Acerra, "contribuì a risollevare l'immagine e a recuperare il prestigio del nostro Paese. Fu a nome di questa Italia che Alcide De Gasperi poté presentarsi a testa alta alla Conferenza di pace di Parigi. Questo riscatto, il sangue versato, questo ritrovato onore nazionale lo celebriamo oggi, insieme a tutta l'Italia, qui ad Acerra".
Il ricordo e il sacrificio
In una terra pesantemente colpita dalle rappresaglie delle truppe nazifasciste, oggi le parole del capo dello Stato hanno voluto ricordare il sacrificio di quanti in quegli anni diedero all'Italia la loro vita e più, in nome della libertà. "Onorando i tanti martiri di Acerra, desidero ricordare tutti i combattenti, tutte le vittime delle rappresaglie e gli uomini e le donne coraggiose che - in ogni parte d'Italia - perdettero la vita per opporsi alla barbarie scatenata dalla furia nazifascista". Così Mattarella parlando della storia della nostra libertà e della nostra Costituzione, "nata dal loro sacrificio".
La guerra in Ucraina
Ancora una volta parole evocative quelle di Sergio Mattarella, che non ha potuto non ricordare quanto sta accadendo da più di due mesi in Ucraina, dall'inizio dell'invasione russa. "Questo tornare indietro della storia rappresenta un pericolo non soltanto per l'Ucraina ma per tutti gli europei" ammonisce Mattarella. "Avvertiamo l'esigenza di fermare subito, con determinazione, questa deriva di guerra prima che possa ulteriormente disarticolare la convivenza internazionale, prima che possa tragicamente estendersi". Secondo il presidente della Repubblica è questo il percorso per la pace, affinché questa torni "il cardine della vita d'Europa". "Per questo diciamo convintamente: viva la libertà, ovunque. Particolarmente ove sia minacciata o conculcata". Ricordando i primi attimi dell'invasione russa, Sergio Mattarella ha richiamato un'immagine più che mai evocativa, quella del canto che sarebbe poi divenuto il simbolo della resistenza partigiana: Bella ciao. "Nelle prime ore del 24 febbraio siamo stati tutti raggiunti dalla notizia che le Forze armate russe avevano invaso l'Ucraina, entrando nel suo territorio. Come tutti, quel giorno, ho avvertito un pesante senso di allarme, di tristezza, di indignazione. A questi sentimenti si è subito affiancato il pensiero agli ucraini svegliati dalle bombe. E, pensando a loro, mi sono venute in mente queste parole: "Questa mattina mi sono svegliato e ho trovato l'invasor". Sappiamo tutti da dove sono tratte queste parole. Sono le prime di Bella ciao".