Matteo&Silvio, il gioco delle parti
23 gennaio 2018, ore 17:48
L'analisi di Alberto Ciapparoni
Da quando è cominciata la campagna elettorale Salvini e Berlusconi si punzecchiano senza soluzione di continuità. Se il Segretario della Lega candida esponenti antiEuro, il leader di Fi si dichiara un convinto europeista. Se Matteo attacca la famosa regola di Bruxelles del 3 per cento nel rapporto deficit-pil, Silvio la difende. Se il Carroccio promette la cancellazione dell’obbligo vaccinale, gli Azzurri non ci stanno.
Qualcuno potrebbe pensare, e lo pensa, che si tratta di un’alleanza alla frutta, destinata a non durare e a morire a breve, eppure se si guarda a fondo nello schieramento del centrodestra non è così. Sicuramente i due non si amano, sono troppe le differenze caratteriali, ma sanno entrambi che se vogliono vincere sono obbligati a stare insieme. E rimarcare ogni giorno le differenze non vuole dire disorientare l’elettorato, anzi ha proprio lo scopo opposto. Allargarlo. Forza Italia punta i moderati e il cosiddetto voto d’opinione, la Lega i settori della società più colpiti dalla crisi economica degli ultimi anni e quindi più arrabbiati e più scontenti. Se è o meno una strategia vincente lo scopriremo solo la notte del 4 marzo, cioè del voto, ma sin da ora si può dire che certamente è una strategia.
Alberto Ciapparoni
Alberto Ciapparoni