01 settembre 2022, ore 12:00
L'operazione contro la 'ndrangheta è scattata all'alba a Cosenza e provincia; 202 gli arrestati, ai domiciliari anche il sindaco di Rende. Sequestrati beni per un valore di 72 milioni di euro
ALBA IN MANETTE
Per Cosenza e diversi paesi della provincia il risveglio è stato traumatico. Quando ancora era buio, prima che sorgesse l’aria, è scattata una maxi operazione contro la ‘ndrangheta. Decine gli agenti impegnati e dispiegati sul territorio, impiegati uomini e donne appartenenti a Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza; l’azione è stata disposta e coordinata dalla Procura Antimafia di Catanzaro e ha seminato il panico in una parte della società. Le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse da Giudice per le Indagini Preliminari del capoluogo su richiesta della DDA, direzione distrettuale antimafia, diretta da Nicola Gratteri.
202 ARRESTI
L’operazione contro la malavita calabrese è stata massiccia: più di 200 gli arrestati. Sono coinvolti amministratori locali, professionisti, imprenditori ed esponenti della criminalità organizzata cosentina. Il sindaco di Rende, l'avvocato Marcello Manna, è stato arrestato e posto ai domiciliari nell'ambito dell'operazione scattata alba nel cosentino. Manna è anche il presidente dell'Anci (l'Associazione dei comuni italiani) della Calabria. Al momento non è stato possibile sapere quale sia il fatto contestato a Manna e se si riferisca alla sua attività di amministratore o di professionista. Oltre a lui, sono finiti ai domiciliari anche altri due amministratori locali: si tratta dell'assessore alla manutenzione e al decoro urbano di Cosenza Francesco De Cicco e dell'assessore ai Lavori pubblici del comune di Rende Pino Munno.
ELENCO DI ACCUSE
Le accuse, come spesso accade in questi casi, sono numerose e variegate: c’è l’associazione per delinquere di tipo mafioso, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, organizzazione illecita di giochi anche d'azzardo e di scommesse, riciclaggio, autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di beni e valori. Durante la stessa operazione, è stato eseguito anche un massiccio sequestro di beni mobili ed immobili per un valore di 72 milioni di euro. Il sequestro e' stato attuato dai finanzieri del Gico, gruppo di investigazione sulla criminalità organizzata del Comando provinciale di Catanzaro. Il provvedimento di sequestro è stato disposto dal magistrato della Dda ed ha carattere preventivo d'urgenza. Successivamente, dunque, dovrà essere sottoposto al vaglio del Giudice distrettuale per le indagini preliminari. I beni sequestrati consistono in liquidità depositate su conti correnti, aziende e società varie.