Medio Oriente, ancora alta tensione intorno all'ospedale Al Shifa di Gaza City
13 novembre 2023, ore 12:16
Gli attacchi potrebbero mettere a rischio una possibile trattativa per il rilascio di alcuni ostaggi israeliani
Trentottesimo giorno di guerra. Le sirene sono suonate anche nel nord di Israele, al confine con il Libano, mentre l’esercito di Tel Aviv prosegue i suoi attacchi sulla Striscia di Gaza. Occhi ancora puntati su quello che sta accadendo intorno all’ospedale di Al Shifa, a Gaza City, il più grande complesso medico della Striscia, dove i medici parlano di una "situazione catastrofica" e dove il governo israeliano ritiene che Hamas abbia il suo quartier generale. Hamas che ha parlato di sette neonati prematuri e ventisette pazienti in cura intensiva morti per impossibilità di portare avanti le cure dopo gli attacchi alle strutture ospedaliere. Anche tre infermieri avrebbero perso la vita secondo un bollettino delle Nazioni unite ripreso dalla BBC. Non solo a Gaza però, ancora secondo fonti di Hamas, tutti gli ospedali nel nord della Striscia sarebbero fuori servizio.
Le condizioni dell'ospedale
Delle condizioni dell'ospedale di Al Shifa ha parlato anche il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, che è tornato a chiedere un cessate il fuoco immediato. In un post, il numero uno dell'OMS ha scritto che l'ospedale Al Shifa di Gaza è rimasto senza acqua per tre giorni e "non funziona più come un ospedale". "Tragicamente, il numero di pazienti deceduti è aumentato in modo significativo".
Ipotesi di trattativa
La tensione intorno all'ospedale di Al Shifa potrebbe mettere a rischio una possibile trattativa per il rilascio di alcuni ostaggi israeliani. C'erano state infatti nelle scorse ore voci di un'intesa per il rilascio di ottanta donne e bambini israeliani ostaggi in cambio di donne e adolescenti palestinesi detenuti da Israele. Secondo il consigliere per la sicurezza nazionale americano Jake Sullivan, dei negoziati erano in corso con il coinvolgimento anche di "Qatar ed Egitto". I media israeliani hanno ripreso le parole di Osama Hamdan, alto esponente di Hamas dal Libano, secondo cui la posizione dell'organizzazione sul dossier prigionieri "è stata chiara fin dall'inizio. E si riferisce ad un completo scambio di prigionieri". Hamdan ha spiegato poi che i negoziati che riguardano gli ostaggi con passaporto straniero in mano di Hamas corrono in parallelo ma sono "ostacolati" da Israele.
Gli attacchi
Dopo il lancio di un missile anti tank partito dal Libano verso il villaggio israeliano di Netua, l'artiglieria israeliana sta colpendo la postazione oltre confine da dove è partito il tiro. Secondo quanto fatto sapere dal portavoce militare israeliano, le truppe di terra dell'esercito di Tel Aviv a Gaza continuano a trovare armi e strutture di Hamas, incluse scuole, moschee e residenze degli operativi della fazione islamica.