Medio Oriente: la diplomazia non si arrende. Tajani e Blinken chiedono il rispetto e il rafforzamento di Unifil
22 ottobre 2024, ore 12:00
Le missioni diplomatiche continuano in Israele per mitigare gli effetti della guerra. Risultati ancora pochi. Intanto continuano i lanci di razzi tra Beirut e Tel Aviv
Un dato significativo di quanto accade al confine tra Libano e Israele è probabilmente la certificazione del fatto che la missione internazionale dell’Unifil, patrocinata dall’Onu e implementata nel 2006, non è riuscita in nessun aspetto a arginare i contrasti tra i due Paesi. E non per gli scontri in corso, che pure ne sono evidente testimonianza, ma per quello che accade nelle diplomazie internazionali, ovvero confronti e ragionamenti su come implementare, modificare le regole di ingaggio, o limitare la missione, che quindi di base, risulta essere un fallimento. Nei 18 anni trascorsi i caschi blu non sono riusciti a trattenere i miliziani a Nord del fiume Litani, come prevedevano le regole stabilite dalla risoluzione. Lo riconosce anche il premier ad interim libanese Najib Mikati, che si è detto disponibile ad accettare nuovi patti per implementare la missione, con l’obiettivo di fermare i raid israeliani.
ALLARME IN ISRAELE
Continuano gli allarmi e lo scambio di missili, che si sono intensificati nel corso delle ultime 24 ore. Hezbollah ha preso di mira la base dell'esercito israeliano. Già ieri sera il movimento libanese filo-iraniano aveva reso noto di aver lanciato "razzi di qualità" contro "la base di Glilot dell'Unità di intelligence militare nella periferia di Tel Aviv". Nella capitale nominale israeliana sono risuonate le sirene e si sono udite le esplosioni. Nella notte intercettati droni e missili in tutto il nord di Israele. Anche la base navale nel porto di Haifa è un obiettivo annunciato dei miliziani. Ieri, un attacco israeliano aveva colpito l'ospedale universitario di Beirut Rafik Hariri, il più grande del Libano. Tra le vittime, anche un bambino.
LA DIPLOMAZIA A LAVORO
La diplomazia occidentale continua a mettere in campo ogni sforzo possibile per promuovere incontri di pace e premere verso una pausa nei combattimenti. Il ministro degli esteri Antonio Tajani ieri, nei suoi incontri con il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha insistito ancora sulle garanzie per i reparti militari italiani che prendono parte all’Unifil. Mentre Antony Bliken, il segretario di Stato americano, è sbarcato in queste ore a Tel Aviv con l’obiettivo di mantenere aperto il canale diplomatico soprattutto per il cessate-il-fuoco nella Striscia di Gaza, dove i palestinesi uccisi sono quasi 43 mila e la situazione umanitaria nel nord è catastrofica. Anche l’Unifil è nei piani americani, che contano di rafforzarne l’azione con la modifica delle regole di ingaggio. Trattative aperte, speranze poche.