Medio oriente, pioggia di missili da Striscia di Gaza su Israele, raid aerei sui territori palestinesi
12 maggio 2021, ore 10:03 , agg. alle 10:56
Sono decine le vittime civili degli attacchi aerei dello Stato ebraico nei territori palestinesi. Almeno 35 i morti. Tra gli Israeliani dall'inizio dell'offensiva di Hamas e Jihad islamica hanno perso la vita 5 persone. colpito ieri anche l'aeroporto internazionale di Tel aviv
Le sirene antimissili sono rimaste attive per tutta la notte in diverse città israeliane del sud per la pioggia di razzi partita dalla Striscia di Gaza. Tra Israele e i territori palestinesi ormai è guerra totale. Una vera e propria escalation di violenza con numerose vittime. I raid degli aerei da combattimenti e dei droni dello stato ebraico hanno distrutto diversi edifici di Gaza e Khan Yunes e hanno provocato 35 morti, tra loro anche almeno 10 bambini, e centinaia di feriti. A perdere la vita anche 4 dirigenti militari di Hamas. Tra i civili israeliani si contano invece almeno 5 vittime. Gli ultimi a perdere la vita una uomo e una ragazza a Lod, una citta a popolazione mista nel centro del Paese. Proprio in questa città si sono registrati disordini e scontri. Dimostranti arabi hanno assaltato sinagoghe e negozi e dato alle fiamme numerose auto. Le forze dell’ordine hanno dovuto portare residenti ebrei terrorizzati lontano dalle loro case. “Questa è la Notte dei Cristalli a Lod” ha dichiarato il sindaco, Yair Revivo, evocando il pogrom contro gli ebrei del 1938 in Germania. Alcune ore fa il premier Benjamin Netanyahu ha dichiarato lo stato d’emergenza: “Stasera nelle città coinvolte arriveranno guardie di frontiera dalla Giudea e dalla Samaria. Ho ordinato di usare la mano dura con i trasgressori della legge e dell'ordine e di concentrare le forze sul terreno per riportare la pace e l'ordine a Lod e in tutte le parti del Paese il prima possibile”. È quanto si legge in un messaggio su twitter del capo del governo.
Escalation di violenza
“La pagheranno cara, hanno le mani sporche di sangue”, ha dichiarato ieri il premier Benjamin Netanyahu annunciando che lo stato ebraico proseguirà gli attacchi contro le postazioni palestinesi. Dichiarazioni minacciose anche da Hamas che ieri ha annunciato il lancio di 110 razzi verso la metropoli di Tel Aviv e altri 100 verso la città di Beer Sheva come rappresaglia per i raid contro edifici abitati da civili palestinesi. Secondo le forze israeliane, dall’inizio dell’offensiva sono oltre 1000 i missili e i colpi di mortaio partiti dalla Striscia, l’85% sarebbe stato intercettato dal sistema di difesa Iron Dome mentre circa 200 sarebbero ricaduti in territorio palestinese. Tra gli obiettivi di Hamas e della Jihad islamica anche l’aeroporto internazionale Ben Gurion, a Tel Aviv , tanto che diversi aerei ieri sono stati costretti ad atterrare a Cipro. Altri attacchi sono stati segnalati nel sud di Israele. Le scuole in queste località sono tenute chiuse, il traffico ferroviario verso Ashkelon e la parte più meridionale del Paese è interrotto.
Oggi Consiglio di sicurezza dell’Onu
Per il momento la Comunità internazionale non è andata oltre generiche richieste di cessate il fuoco: “I leader di tutte le parti devono assumersi la responsabilità della riduzione dell'escalation. La spirale di si sta intensificando verso una guerra su vasta scala”, ha dichiarato l'inviato delle Nazioni Unite per la pace in Medio Oriente Tor Wennesland. Per oggi è prevista una riunione d’urgenza del Consiglio di Sicurezza della Nazioni unite, convocato su richiesta di Tunisia, Norvegia e Cina. Si tratta del secondo incontro in tre giorni, stando a fonti diplomatiche della Afp. Il primo, tenutosi lunedì, si è concluso senza un comunicato congiunto, secondo le stesse fonti perché gli Stati Uniti ritenevano che commenti pubblici sarebbero stati controproducenti.