Medio Oriente, ritrovati i corpi di sei ostaggi israeliani in un tunnel a Rafah
01 settembre 2024, ore 14:38
Le vittime facevano parte degli ostaggi rapiti il 7 ottobre. Tra i copri identificati anche un cittadino israelo-statunitense. Dura la replica di Netanyahu che assicura che verrranno regolati i conti, ma intanto deve le famiglie dei prigionieri manifestano contro il premier israeliano
IL RITROVAMENTO A RAFAH
I corpi di sei ostaggi, rapiti il 7 ottobre, sono stati ritrovati in un tunnel a Gaza. Dopo la loro identificazione, l’esercito israeliano ha riferito che sono stati uccisi tra venerdì e sabato, poco prima che le forze israeliane potessero intervenire per liberarli. Tre di questi ostaggi erano inclusi in una lista umanitaria di prigionieri che avrebbero dovuto essere rilasciati nella prima fase di un accordo proposto. Le vittime erano sei giovani, inclusi due donne; cinque di loro erano stati sequestrati durante il festival musicale Nova, mentre l’altra donna era stata catturata nel Kibbutz Beeri. Secondo il portavoce delle Forze Armate israeliane, Daniel Hagari, gli ostaggi sono stati "brutalmente assassinati da Hamas" uno o due giorni prima del blitz che ha permesso di ritrovarne i corpi. Hagari ha precisato che i corpi sono stati trovati a Rafah, circa un chilometro di distanza dal tunnel dove pochi giorni prima l’esercito aveva liberato Farhan al-Qadi, l'ultimo ostaggio liberato. Tra le vittime c’era un giovane di 23 anni con doppia cittadinanza israeliana e statunitense, per il quale il presidente Joe Biden ha espresso profondo dolore, dichiarando che "i leader di Hamas pagheranno per questi crimini" e che gli Stati Uniti continueranno a lavorare incessantemente per assicurare il rilascio degli ostaggi rimasti. Anche la vicepresidente Kamala Harris ha espresso le sue condoglianze alla famiglia della vittima, definendo Hamas “un'organizzazione terroristica malvagia” che ha ora "ancora più sangue americano sulle mani". In Israele, i familiari degli ostaggi continuano a criticare il primo ministro Benjamin Netanyahu, accusandolo di non fare abbastanza per salvare gli ostaggi. Fino a poche ore prima del ritrovamento, infatti, questi sei giovani erano ancora vivi. Netanyahu ha dichiarato che "Hamas rifiuta di negoziare" e ha promesso che verranno prese misure severe. Tuttavia, le famiglie degli ostaggi si sentono abbandonate e si preparano a protestare contro il primo ministro, ritenuto inadeguato nel riportare a casa i prigionieri.
LA SITUAZIONE IN CISGIORDANIA
Nel frattempo, la tensione in Cisgiordania rimane alta, con le operazioni militari israeliane in corso. Stamattina, tre agenti di polizia sono stati uccisi in uno scontro a fuoco presso un checkpoint nella zona di Hebron, a sud della Cisgiordania. Sebbene Hamas non abbia rivendicato l’attacco, ha lodato gli autori, definendolo una risposta naturale alle azioni di Israele e invitando la popolazione a bloccare le strade utilizzate dai coloni e a rispondere con la forza.
LA PROTESTA DELLE FAMIGLIE DEGLI OSTAGGI
Il Forum delle famiglie degli ostaggi israeliani ha organizzato una grande manifestazione per le 19:00 davanti al Ministero della Difesa a Tel Aviv. Parallelamente, altre proteste sono previste in diverse città del Paese. Numerosi ristoranti, cinema e teatri del centro di Israele hanno annunciato che chiuderanno alle 18:00 per sostenere la protesta e incoraggiare la popolazione a partecipare. I sindaci di varie città hanno comunicato la chiusura degli uffici pubblici, mentre alcune comunità hanno annunciato che parteciperanno a uno sciopero generale in segno di solidarietà.