Medio Oriente: si lavora al dopo-Sinwar, gli obiettivi di Israele e le richieste di Hamas. Il viaggio della premier italiana
18 ottobre 2024, ore 17:00
Nella regione il conflitto non accenna a placarsi. Hamas cerca una nuova stabilità. L'Iran continua a minacciare mentre Netanyahu ha comunicato che l'operazione militare nella Striscia di Gaza continuerà fino alla liberazione degli ostaggi.
UN SIMBOLO PER LA SVOLTA
Un martire per Hezbollah il terrorista most wanted per Israele, comunque un simbolo nella guerra in Medio Oriente. L’eliminazione di Yahya Sinwar, capo di Hamas e ideatore degli attacchi del 7 ottobre, avvenuta ad opera delle forze di Gerusalemme, segna un punto di svolta nel conflitto regionale. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu, dopo aver garantito che l’operazione militare a Gaza sarebbe continuata, ha convocato per oggi un vertice di sicurezza per discutere i prossimi passi verso la liberazione degli ostaggi detenuti dai miliziani. Intanto proseguono gli scontro in Libano e nella Striscia, mentre infuria la polemica alimentata delle dichiarazioni di Israel Katz, ministro degli esteri di Tel Aviv, contro il segretario delle Nazioni Unite Guterres, ritenuto persona non gradita, colpevole, secondo il ministro, di non avere accolto con favore l’uccisione del terrorista. Frattanto, il mondo si divide tre chi accusa Israele di alimentare le tensioni della regione e chi interpreta gli ultimi accadimenti positivamente, come il presidente americano Joe Biden che auspica progressi verso la cessazione del conflitto.
IL TENTATIVO DI RIORGANIZZAZIONE
Nel cuore dell’organizzazione palestinese, nel frattempo, dopo l’eliminazione del loro leader, i miliziani si stanno riorganizzando. Il nuovo capo nella Striscia, Kalil Hayya, in risposta agli annunci del premier israeliano, ha dichiarato che gli ostaggi israeliani tenuti a Gaza non saranno liberati finché le forze di Tel Aviv non cesseranno gli attacchi e si ritireranno dall’enclave. Ha inoltre confermato la morte del Leader, il cui corpo è stato trasferito in una località segreta dal governo di Netanyahu. Mentre tutto questo accade, il portavoce dei caschi blu di Unifil, Andrea Tenenti, ha affermato ai mezzi di stampa libanesi che la devastazione nel sud del Paese è scioccante e ha aggiunto che le postazioni delle forze di pace sono state ripetutamente prese di mira dall’esercito di Gerusalemme.
IL VIAGGIO DI MELONI
La premier Giorgia Meloni è in missione in Medio Oriente, con l’obiettivo di rafforzare gli sforzi diplomatici nella regione per arrivare al cessate il fuoco e al rilascio degli ostaggi israeliani. Ha incontrato re Abdullah II di Giordania, il quale ha espresso tutta la sua speranza che la situazione mediorientale inizi una de-escalation per poter tornare a trattare ad un tavolo di pace. Meloni continuerà in suo viaggio verso a Beirut dove incontrerà il capo della missione italiana in Libano, il premier Mikati e avrà un colloquio con il presidente dell'Assemblea nazionale Berri.