Medio Oriente, tensione sugli ostaggi, Germania e Gran Bretagna chiedono un cessate il fuoco "sostenibile"
17 dicembre 2023, ore 13:30
Dopo l'uccisione a Gaza, da parte dei militari dell'Idf, di tre israeliani rapiti il 7 ottobre scorso, monta la rabbia. Hamas avvisa che "non ci sarà nessun altro accordo sugli ostaggi fino a quando Israele non fermerà l'aggressione", il premier israeliano Netanyahu replica: "Continuiamo fino alla fine, nulla ci fermerà"
Nella guerra in Medio Oriente, sale la tensione sugli ostaggi. Dopo l'uccisione a Gaza, da parte dei militari dell'Idf, di tre israeliani rapiti il 7 ottobre scorso, monta la rabbia. Hamas avvisa che "non ci sarà nessun altro accordo sugli ostaggi fino a quando Israele non fermerà l'aggressione", il premier israeliano Netanyahu replica: "Continuiamo fino alla fine, nulla ci fermerà".
Germania e Gran Bretagna chiedono un cessate il fuoco "sostenibile"
Si moltiplicano nel frattempo le richieste di un cessate il fuoco "sostenibile" a Gaza. Le ultime, in ordine di tempo, quelle avanzate da Germania e Gran Bretagna. "Dobbiamo fare il possibile per preparare la strada per un cessate il fuoco sostenibili che porti a un pace sostenibile. Prima si fa meglio è, il bisogno è urgente", hanno detto i ministri degli Esteri di Regno Unito e Germania, David Cameron e Annalena Baerbock in un articolo sul Sunday Times in cui dicono che "troppi civili vengono uccisi". Nel servizio non si parla di un "cessate il fuoco immediato e generale", non ritenuto "il modo di andare avanti" perché ignorerebbe "il perché le forze israeliane si devono difendere". "Hamas ha barbaramente attaccato Israele e ancora lancia razzi ogni giorno per uccidere israeliani. Hamas deve deporre le armi", spiegano i due ministri, sottolineando che "lasciare Hamas al potere a Gaza sarebbe un permanente impedimento alla soluzione dei due Stati, un cessate il fuoco non sostenibile, velocemente precipiterebbe in nuova violenza, renderebbe solo più difficile costruire la fiducia necessaria per la pace".
I parenti degli ostaggi: "Trattative subito", e criticano il governo di Netanyahu
Sono state centinaia le persone scese ieri in piazza a Tel Aviv per protestare e chiedere trattative immediate. Una folla radunata nel centro della città ha sfilato in corteo con cartelloni e striscioni con foto e nomi degli ostaggi bloccando le strade per chiedere al governo di intervenire per il rilascio immediato di tutte le persone ancora tenute prigioniere nell'enclave palestinese. "Per loro il tempo sta finendo, riportateli a casa adesso", ha gridato la folla, aggiungendo critiche al governo del premier israeliano Benjamin Netanyahu, accusato di non fare abbastanza per ottenere la liberazione degli ostaggi.