Meloni sulle nomine UE, "merito e metodo sbagliati", e si astiene sul Von Der Leyen bis

Meloni sulle nomine UE, "merito e metodo sbagliati", e si astiene sul Von Der Leyen bis

Meloni sulle nomine UE, "merito e metodo sbagliati", e si astiene sul Von Der Leyen bis   Photo Credit: agenziafotogramma.it


28 giugno 2024, ore 12:18

La presidente del Consiglio ha invece votato "no" rispetto alle nomine di Costa al Consiglio e Kallas come alto rappresentante per la politica estera

Già da diversi mesi era chiaro che Ursula Von Der Leyen era in cerca di un secondo mandato alla guida della Commissione europea. E i popolari sono stati compatti nel portare avanti, ancora una volta, il suo nome. D'altronde la maggioranza emersa dal risultato delle ultime elezioni europee è la stessa della passata legislatura: popolari, socialisti e liberali, in ordine di consenso. Se la casella più importante, quella del Berlaymont, spettava quasi di diritto al PPE, che mantiene il numero di seggi più alto di tutti gli altri schieramenti nell'eurocamera, il gruppo S&D dei socialisti e dei democratici poteva reclamare la poltrona della presidenza del Consiglio europeo. E così è stato, con il nome di Antonio Costa. Politico navigato e di lungo corso nel gruppo dei socialisti, ha da poco terminato il suo mandato da primo ministro del Portogallo. Ruolo da cui aveva dato le dimissioni dopo che il suo nome era erroneamente emerso all'interno di alcune intercettazioni su un caso di corruzione. Terza casella: l'alto rappresentante per la politica estera dell'Unione europea. Ruolo che spettava ricoprire alla terza formazione della maggioranza, quella dei liberali, che hanno fatto il nome della prima ministra dell'Estonia Kaja Kallas.

Meloni, "merito e metodo sbagliati"

La presidente del Consiglio italiana non ha mancato di tornare sulle polemiche politiche partite dalle sue dichiarazioni al Parlamento prima dell'inizio dello stesso Consiglio europeo. Su "metodo e merito sbagliati" rispetto a un confronto sulle nomine che non l'avrebbe coinvolta e che sarebbe stata una "mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini". Non è servita quindi la mediazione del Partito popolare europeo e anche le dichiarazioni degli altri leader a ribadire l'importanza del coinvolgimento del nostro Paese nelle consultazioni. Il premier olandese Mark Rutte, da poco nominato nuovo segretario generale della Nato, ha sottolineato che "è assolutamente accettabile che l'Italia abbia una posizione differente", mentre il presidente francese Macron ha ribadito il suo rispetto per Giorgia Meloni ricordando che "l'Italia è un Paese amico della Francia". Di diverso avviso il cancelliere tedesco Olaf Scholz: "Sono fermamente convinto che sia positivo che i partiti che appartengono alle famiglie populiste di destra non siano" parte del sostegno all'intesa trovata.

Von Der Leyen, "importante lavorare bene anche con l'Italia"

Se da un lato Meloni sembra aver smorzato almeno sul nome di Ursula Von Der Leyen, su cui la presidente del Consiglio ha ribadito non esserci un problema (non sul nome, piuttosto sul "non aver avuto risposte politiche"), la stessa presidente della Commissione ha voluto tendere una mano a quella che negli ultimi mesi sembrava essere diventata una sua forte alleata: "È importante lavorare bene anche con l'Italia".


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