Mes, Conte supera la prova delle Camere ma Renzi insiste e minaccia la crisi di Governo sul Recovery Found

Mes, Conte supera la prova delle Camere ma Renzi insiste e minaccia la crisi di Governo sul Recovery Found

Mes, Conte supera la prova delle Camere ma Renzi insiste e minaccia la crisi di Governo sul Recovery Found


Centrosinistra ancora con il presidente del Consiglio, ma in Parlamento emerge malessere. E sulla task force per i fondi europei i renziani non mollano: “Via quella norma o ci saranno conseguenze”

La maggioranza si schiera al fianco del premier Giuseppe Conte nella trattativa europea sulla riforma del Mes. Il governo supera senza incidenti lo scoglio del voto alle Camere, il temuto strappo non si consuma, ma la 'fronda' dei dissidenti c’è. Per esempio a Montecitorio si attesta a quota 13 voti contrari (10 invece i pentastellati assenti non in missione). Numeri insufficienti a mettere in difficoltà i giallorossi, però riflettono le spaccature interne ai 5 stelle che si consumate nelle ultime settimane. Alla Camera i sì alla risoluzione, votata per parti separate, oscillano da un massimo di 314 voti favorevoli a un minimo di 297 (i numeri più bassi si registrano nel voto sulla parte del testo che riguarda espressamente la riforma del Mes).


Nessun soccorso esterno

Forza Italia vota compatta con il centrodestra contro la risoluzione della maggioranza. Uniche voci in dissenso alla Camera quelle già previste degli azzurri Renato Brunetta e Renata Polverini (alla fine sedici azzurri non partecipano al voto). Al Senato 156 i sì per la risoluzione di maggioranza, 129 i contrari, 4 gli astenuti: il testo è approvato ma la maggioranza assoluta di 161 senatori è lontana.


Le tensioni interne

Eppure, nonostante sul tabellone elettronico i pallini verdi prevalgono sui rossi, durante il dibattito e ancor di più in dichiarazione di voto emerge in maniera palese il malessere che da giorni attraversa tutte le forze che sostengono l'esecutivo. Duro Matteo Renzi, come l'intervento del renziano Ettore Rosato, non meno incisive le parole del Pd Graziano Delrio. Sia chiaro, Pd e Iv non mettono in discussione nemmeno per un secondo il sostegno "convinto" a Conte e il loro voto favorevole. Ma negli interventi non risparmiano 'stilettate' e consigli al premier. L’ex premier Renzi avvisa chiaramente: “Se servono poltrone ci sono le nostre, il governo non può essere sostituito da una task force”. E sempre da Iv Rosato affonda così: "Lei presidente oggi ci ha ricordato cos’è una maggioranza e io mi permetto di ricordarle cos’è una leadership: che non è la fortunata coincidenza di trovarsi al momento giusto al posto giusto, ma è la grande capacità di saper mettere insieme le cose, le idee e le persone, di saper tenere unita non solo una maggioranza politica ma in questo momento particolare, che dà a lei e al suo governo un potere straordinario che nessuno ha mai avuto, sapere anche mantenere insieme maggioranza e opposizione". Rosato infine torna su quella che è la critica maggiore di Iv sul fronte Recovery, ovvero i 'pieni poteri' a cui, è il ragionamento, mirerebbe il premier: "Non ci si può chiudere in uno stanzino e decidere in tre o quattro, come non esiste che si commissarino ministri e Pubblica amministrazione. È la fatica della democrazia. Questo governo deve fare la sua parte con senso di responsabilità e sapendo che i poteri straordinari affidati in tempo straordinario vanno utilizzati con straordinaria saggezza e senso dello Stato". Invece Delrio mette in chiaro così: "Lei presidente deve avere un'immagine ad ispirarla, quella di Papa Francesco che ieri ha pregato da solo, deve avere umiltà, ascolto, orecchio attento al Paese che sta soffrendo molto, molto, molto". E anche dalle parole del capogruppo Pd emerge un certo malessere sulla partita Recovery: “Serve un vero coinvolgimento del Paese sulla gestione delle risorse. Sulla governance del Recovery plan cercate di trovare una sintesi, lo dico con serenità. Noi non siamo partigiani, le chiediamo che ci sia pieno coinvolgimento del Paese sui progetti. Presidente, chiami a palazzo Chigi i sindacati, le imprese, le Regioni e i Comuni e che si costruisca insieme il Piano. Poi le modalità e la struttura tecnica si vedranno, ma l'importante è non esautorare i poteri che già ci sono, l'importante è non commissariare le Regioni e il Parlamento".


La protesta di FdI

Dopo il voto sulle risoluzioni, è andata in scena la protesta di Fratelli d'Italia, i cui deputati prima hanno indossato in Aula delle magliette con su scritto "M5s=Mes", poi si sono spostati davanti Montecitorio per un flash mob in cui è stata mimata una finta asta in cui si potevano "svendere" beni e diritti in cambio di "poltrone di 5 stelle". "Abbiamo inscenato una finta asta per denunciare l'ennesimo tradimento perpetrato ai danni degli italiani vista la riforma che comporterebbe probabilmente l'obbligo di ristrutturazione del debito", ha commentato il presidente Giorgia Meloni. "È un tradimento indegno da parte dei 5 stelle che ci consegnano ai nemici dell'Italia". 


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