01 settembre 2020, ore 19:26
Il fuoriclasse argentino è in cerca di una nuova maglia da vestire. Al momento, la più papabile, è quella del Manchester City
È una storia in cui ballano centinaia di milioni di euro, eppure non si può sottovalutare l’aspetto emozionale e romantico della vicenda. Il possibile addio di Leo Messi a Barcellona e alla società catalana va molto oltre la super-bomba di mercato. È la fine, se così andrà, dell’ultima favola del calcio moderno. Il talento inarrivabile, scovato sui campetti argentini, che per diventare uomo deve attraversare l’Atlantico, trovando una nuova casa nella metropoli affacciata sul Mediterraneo. Il ragazzino che fa fatica a crescere e che lo staff medico-sanitario del Barcellona cura come un figlio, fino ad aiutarlo a diventare semplicemente il più forte di tutti.
Una storia senza lieto fine
Una storia così, in teoria, non dovrebbe concludersi con una lite sui quattrini, che per quanti siano lasciano sempre un po’ di amaro in bocca. Invece, qualcosa di irreparabile si deve essere rotto, se Messi (non certo famoso per il carattere leonino) è arrivato a una rottura fragorosa e anche un po’ maleducata, come quella di questi giorni. È francamente difficilissimo, in vicende come queste, stabilire a distanza di chi possa essere la maggiore responsabilità. Di sicuro, il presidente blaugrana Bartomeu, negli ultimi mesi, ha fatto poco o nulla, per venire incontro ai segnali sempre più chiari del fuoriclasse argentino. Non arriviamo a dire che si augurasse la rottura, ma non potrà certo dirsi sorpreso, anche solo analizzando le proprie stesse mosse. Quanto a Messi, archiviato il sentimentalismo, i ricordi di famiglia, le origini della sua folgorante carriera, non resta molto di diverso da un qualsiasi grande campione del III millennio.
Quale sarà la destinazione di Messi?
Sono aziende, non sono donne o uomini. Ragionano legittimamente in termini di fatturato, muovono organizzazioni che hanno ben poco a che vedere con le corti dei miracoli, tipiche dei fuoriclasse del calcio di trenta i quarant’anni fa. Con ogni probabilità, mentre scriviamo, la destinazione dell’argentino sarà la un tempo industriale Manchester, che ha attirato gli sceicchi sulla sua sponda una volta proletaria. Scherzi del destino. Sono loro, praticamente solo loro, ad avere le infinite disponibilità finanziarie necessarie a chiudere un’operazione da almeno 100 milioni d’euro l’anno. Senza contare la mostruosa clausola rescissoria richiesta del Barcellona. Il City non pagherà mai 700 milioni ai catalani, ma è più che probabile il dover scucire qualcosa e non saranno noccioline. A quel punto, il Barcellona sì consolerà della furia dei tifosi, calcolando il gigantesco risparmio finanziario diretto e indiretto, derivato dalla cessione di Messi. Quanto all’ex ragazzo con la faccia sempre un po’ così, potrà chiudere la carriera, misurandosi con un campionato di altissimo spessore e raccogliendo altri trofei di una vita sportiva quasi senza pari. Gli sceicchi, da parte loro, se non vinceranno la Champions League neppure con Messi... bè, questa è tutta un’altra storia. Bene ricordare, infatti, l’infinita imprevedibilità del pallone. Puoi gonfiarlo di tutti i soldi che vuoi, ma grazie al cielo continuerà sempre a vivere - almeno un po’ - di vita propria.