Mezzo secolo con i Beatles, senza i Beatles, il mito continua a moltiplicarsi a 50 anni dallo scioglimento

Mezzo secolo con i Beatles, senza i Beatles, il mito continua a moltiplicarsi a 50 anni dallo scioglimento

Mezzo secolo con i Beatles, senza i Beatles, il mito continua a moltiplicarsi a 50 anni dallo scioglimento


28 marzo 2020, ore 18:00 , agg. alle 21:58

Per il prossimo inverno è attesa l'uscita nelle sale del film Let It Be in versione restaurata

Quella raccomandata che chiude un’epoca

Londra, marzo 1970. Da un ufficio legale della City parte una raccomandata indirizzata a un giudice del Tribunale Civile in cui si attesta che ogni componente dei Beatles percepirà 738mila sterline quale somma totale dei crediti spettanti a John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e Ringo Star. La lettera sancisce che i Beatles dalla data del 31 dicembre dello stesso anno non saranno più un gruppo. E porta la firma di Allen Klein, un potente manager dai modi spesso discutibili che dal ’69 si occupa degli interessi del gruppo. In poche parole, al di là del significato giuridico e finanziario, quel documento segna la fine di un’epoca in cui il mondo intero è stato attraversato da una nuova musica, da un nuovo modo di pensare, in cui i giovani si sono affermati come fossero una classe sociale. L’epoca dello stupore e della gioia collettiva di un’intera generazione che si identificava nell’immagine di quei quattro ragazzi di Liverpool e nel rock che ne è derivato. L’ultimo atto di una carriera senza pari.


Let it be

E proprio cinquant’anni fa usciva l’ultimo capitolo di quella vicenda strabiliante e irripetibile. E’ l’album “Let It Be”, accompagnato dall’uscita del film omonimo. Quello del famoso ultimo concerto tenuto sul terrazzo di un edificio della City tra la curiosità della gente e l’intervento dei vigili chiamati dagli austeri colletti bianchi londinesi infastiditi da quella intrusione rumorosa. Quella pellicola restaurata secondo i più moderni sistemi tecnologici e nella sua durata quasi integrale, tornerà nelle sale nel prossimo inverno. Un altro capitolo di quella vicenda che nasce appena i Beatles sciolgono le righe. Una vicenda avvolta da un mistero affascinante e imperscrutabile che, tanto per citare un dettaglio tra i più recenti, riporta i Beatles in testa alle classifiche di vendita dei dischi in vinile con l’album “Abbey Road”.


Il dopo-Beatles: il dramma Lennon

E’ il 29 agosto del 1966. I Beatles suonano per l’ultima volta in concerto al Candlestick Park di San Francisco. La mattina del 30 tornano a Londra. Sul volo un giornalista del Melody Maker annota una dichiarazione di George Harrison: “D’ora in poi i Beatles non saranno più un vero e proprio gruppo. Ma la nostra musica durerà anche oltre noi stessi”. George esprime un concetto profetico in tempi non sospetti. Paul McCartney dopo lo scioglimento dei Fab Four forma i Wings. Va in tournée per il mondo e canta pochi pezzi dei Beatles. L’8 dicembre 1980 John Lennon viene assassinato da uno squilibrato che lo attende sotto casa al Dakota House di New York per un autografo.

E McCartney va dallo psicologo

L’impatto di quell’episodio è lacerante tanto che McCartney decide di farsi aiutare a elaborare il lutto mettendosi nelle mani di uno psicologo. La terapia lo farà riconciliare con quel suo passato tanto ingombrante. Il 13 luglio 1985, Bob Geldof lo invita al Live Aid e Macca che in un primo momento ha qualche reticenza, si presenta con un pianoforte a coda e canta “Let It Be”, al cospetto della folla di Wembley e di una platea di qualche miliardo di persone riunite davanti alla tv. E’ il segnale. Da quel momento i concerti di Paul avranno una scaletta quasi tutta dedicata ai tempi migliori dei Beatles. E’ il 1995 quando Paul George e Ringo si riuniscono per “The Beatles Anthology”, un lungo documentario nel quale raccontano episodi e aneddoti della loro epopea.

Riuniti, vincono il Grammy Award del 1997

E per l’occasione rispolverano “Free as Bird”, una demo registrata da Lennon nel lontano 1977. Nel 1997, il video di quel pezzo vince il Grammy Award per la miglior performance pop di un gruppo. Internet intanto impone le sue leggi, i suoi asset, i suoi sistemi di consumo della musica. E quando i Beatles decidono di cedere il proprio catalogo alle piattaforme digitali, i loro pezzi vengono scaricati con centinaia di milioni di download. George Harrison se ne va il 29 novembre 2001, divorato da un tumore. Il concerto a lui dedicato, guidato dalla direzione artistica di Eric Clapton, è uno dei capitoli più nobili e affascinanti di quella musica senza tempo.

E domani?

Finisce qui? Nemmeno per idea. McCartney con la voce ormai lacerata da decenni di esibizioni in giro per il mondo, continua a tenere concerti. Ringo Starr che quest’anno compie 80, anni gira con la sua All Starr Band. Si moltiplicano film legati alla storia dei Beatles, pubblicazione di documenti inediti, celebrazioni dei quattro nel nome della rievocazione di quegli anni. Incontri tra addetti ai lavori in cui si studia come lo stile beatlesiano abbia modificato le strutture melodiche della musica moderna. Forse non è esagerato pensare che domani i Beatles saranno studiati come l’unico esempio di rivoluzione culturale occidentale non violenta.


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