23 dicembre 2024, ore 18:00
La premier rilancia il progetto dei trattenimenti nei centri albanesi dei richiedenti asilo, bocciato finora dai giudici. L'obiettivo è quello di riprendere presto i trasferimenti. Il ministro Piantedosi: “Rimpatrieremo chi non ha diritto alla protezione"
Il governo conferma di voler contrastare i trafficanti di esseri umani nel rispetto delle norme comunitarie proseguendo con il protocollo siglato con l'Albania. Al termine di un incontro a palazzo Chigi presieduto dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, l'esecutivo ribadisce "la ferma intenzione di continuare a lavorare, insieme ai partner Ue e in linea con le Conclusioni del Consiglio europeo dello scorso 19 dicembre, sulle cosiddette 'soluzioni innovative'", si legge in una nota di palazzo Chigi.
Il vertice
Al vertice, anticipato ieri da Meloni nel corso della conferenza stampa al termine del vertice Nord-Sud in Lapponia, hanno partecipato il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani, in collegamento da remoto, il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, il ministro della Difesa Guido Crosetto, il ministro per gli Affari europei, il Pnrr e le Politiche di coesione Tommaso Foti e il sottosegretario Alfredo Mantovano, autorità delegata per i servizi di sicurezza. "Anche alla luce della recente sentenza della Corte di Cassazione - prosegue la nota - che ha indicato le competenze relative all'individuazione dei Paesi di origine sicura a livello nazionale", la presidente del Consiglio Giorgia Meloni rilancia il progetto dei trattenimenti nei centri albanesi dei richiedenti asilo, bocciato finora dai giudici. L'obiettivo è riprendere presto i trasferimenti verso l'Albania. Il governo infatti, con un emendamento al decreto flussi, ha attribuito le competenze sulla convalida del trattenimento del richiedente protezione internazionale alle Corti d'appello, norma che scatta 30 giorni dopo l'entrata in vigore della legge, ovvero il prossimo 11 gennaio. Il titolare del Viminale, Matteo Piantedosi, oggi in una intervista ha rimarcato che i centri in Albania "sono pronti" e "saranno molto utili per velocizzare le procedure di riconoscimento della protezione a chi ne ha diritto, ma soprattutto del rimpatrio di chi non ne ha diritto".
L’Europa
Nel corso del vertice di oggi, la premier Meloni "ha inoltre condiviso il forte consenso che è emerso in questo senso, anche in occasione della riunione promossa insieme ai primi ministri danese e olandese con gli Stati membri più interessati al tema, a margine dello scorso Consiglio europeo", si legge ancora. In quell'occasione la discussione tra i leader si è concentrata sull'esigenza di disporre di un quadro normativo europeo sempre più chiaro ed efficace con, in particolare, il rafforzamento dei concetti di Paese sicuro di origine e Paese terzo sicuro per sostenere le soluzioni innovative, a partire dal modello Italia-Albania e dalla possibile creazione di "returns hubs" in Paesi terzi. Meloni, oltre a sostenere la rapida presentazione e finalizzazione della nuova proposta legislativa che la Commissione intende presentare nei primi mesi del 2025, aveva evidenziato la rilevanza delle soluzioni innovative nel contrastare la migrazione irregolare, soprattutto per spezzare il "modello di business" dei trafficanti di esseri umani e, allo stesso tempo, consentire di focalizzare gli sforzi di accoglienza europea nei confronti di chi ha effettivamente diritto alla protezione internazionale.
Tajani
Durante la riunione di oggi "abbiamo ribadito il nostro impegno a seguire un percorso che anche l'Unione Europea ha riconosciuto" come innovativo, ha detto il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani da Camp Film City, quartier generale della Kfor, la missione a guida Nato in Kosovo. "Le soluzioni innovative sono state apprezzate e vengono apprezzate anche da altri Paesi. Abbiamo avuto una sentenza della Corte che conferma la bontà delle scelte del governo, continueremo a lavorare in questa direzione con grande serenità e grande serietà", ha aggiunto Tajani.
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