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Migranti, stop ai salvataggi anche per Save the Children e Sea Eye

Migranti, stop ai salvataggi anche per Save the Children e Sea Eye

Migranti, stop ai salvataggi anche per Save the Children e Sea Eye


Mancano le condizioni di sicurezza

In meno di 24 ore sono tre le Ong ad aver abbandonato le acque internazionali davanti ai porti libici per la mancanza di sicurezza e conseguentemente il rischio di non garantire l’efficacia delle operazioni di salvataggio. Infatti dopo Medici Senza Frontiere, anche Sea Eye e Save the Children hanno deciso di “ritirarsi”. Quella delle Ong è però una 'ritirata' piena di accuse: alla Libia in primis, per l'annuncio di Tripoli di voler creare una zona di ricerca e soccorso (Sar) molto più ampia delle acque territoriali, nella quale sarà possibile entrare solo dopo aver avuto l'autorizzazione delle autorità libiche. Ma anche all'Italia e all'Europa, "complici" del blocco che si sta creando e che, dicono, "contribuirà ad aumentare i morti nel Mediterraneo”. "Siamo rammaricati ma dobbiamo fermarci - dice Save the Children - Siamo di fronte ad una situazione molto preoccupante per lo staff e per la reale capacità della nave di mettere in atto la propria missione di soccorso". L’organizzazione, assicura il direttore delle operazioni Rob MacGillivray, "è pronta a riprendere le operazioni. Ma prima dobbiamo avere rassicurazioni sulla sicurezza degli equipaggi e sull'efficacia delle operazioni".


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