17 gennaio 2020, ore 16:00
L'allenatore del Bologna ha raccontato anche di aver avuto attacchi di panico in ospedale
Il tecnico del Bologna Sinisa Mihajlovic è tornato a parlare, in un’intervista al programma Verissimo, della battaglia che sta combattendo contro la leucemia, che l'ha colpito la scorsa estate.”Per adesso la sto vincendo, anche se devo fare attenzione. Sta andando tutto bene, non sto più prendendo il cortisone e questo è importante. Sono passati 78 giorni dal trapianto di midollo osseo e i primi 100 giorni sono i più critici”, ha raccontato l’allenatore. “Poi dopo è tutto in discesa, bisogna avere pazienza ancora per una ventina di giorni ma superarli bene sarebbe già un bel traguardo. Sono molto contento, non ci sono state complicazioni gravi e va benissimo così. Adesso ho ripreso anche ad allenarmi un pochino per tornare in forze, perché dopo 4 mesi senza fare niente e prendendo 17 pastiglie al giorno mi sono un po' gonfiato", queste le parole di Mihajlovic. Il tecnico ha ripercorso il calvario costellato da difficoltà e momenti dolorosi che hanno fatto emergere tutta la sua forza: ''Ho fatto tredici chemioterapie in cinque giorni, ma già dopo il terzo avevano annientato tutto. Il primo ciclo è stato il più pesante, mi sono venuti anche degli attacchi di panico che non avevo mai avuto perché ero chiuso in una stanza con l'aria filtrata: non potevo uscire e stavo impazzendo. Volevo spaccare la finestra con una sedia, poi mia moglie e alcuni infermieri mi hanno fermato, mi hanno fatto una puntura e mi sono calmato'', ha raccontato il tecnico del Bologna. Mihajlovic ha inoltre parlato della sua famiglia: "Stavo male ma dovevo dare forza alla mia famiglia perché se mi avessero visto abbattuto sarebbe stato peggio. Cercavo di essere sempre positivo e sorridente, facevo finta di niente per non farli preoccupare. Questa è stata una delle cose più difficili perché non sempre ero al massimo della forma''.
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