MIKA, Il mio disco più fragile e trasparente
MIKA: "Il mio disco più fragile e trasparente"
11 giugno 2015, ore 09:00
agg. 12 giugno 2015, ore 10:49
Il cantautore svela i segreti di "No Place In Heaven"
Per un attimo MIKA ha tolto i panni del giudice di "X Factor", tra l'altro oggi sarà impegnato a Bologna per le audizioni, avendo come priorità la presentazione del nuovo album "No Place In Heaven". "Ho sempre detto dai tempi di "Songbook Vol. 1" che avevo accettato di fare X Factor e The Voice France per poter mettere da parte dei soldi e lavorare su un album come lo volevo io - spiega MIKA -. Credo di esserci riuscito con No Place In Heaven perché è trasparente e anche un po' fragile".
Come mai la scelta di questo titolo "No Place In Heaven" (Nessun posto in paradiso)?
Ho voluto evidenziare come a causa anche della mia cultura libanese fosse quasi una vergogna esprimermi o quantomeno parlare di me. Perciò con questo album ho voluto esplorarmi e mostrare a tutti il mio mondo, senza nessun problema né reticenza.
Qual è il tuo stato d'animo?
Quando pubblico un album sono triste perché comunque le canzoni e il disco rappresentano un momento di intimità che esce verso l'esterno, quindi di base c'è sempre un po' di malinconia.
C'è anche una canzone dedicata a tua mamma "All She Wants", di cosa parla?
Parla delle sue aspettative e di quando avevo undici anni lei pensava a me come un ragazzo che poi avrebbe creato una famiglia tradizionale, che sarebbe andato da lei alla domenica per il pranzo, che insomma avessi una vita tranquilla! Diciamo che non è andata proprio così (ride, ndr). Oggi lei è orgogliosa di me al 90% mentre il restante 10% diciamo che ancora un po' desidera per me quella vita lì.
In questi brani sembra tu abbia messo da parte il falsetto, è voluto?
Ora che ci penso hai ragione... E' vero e non so perché sia successo.
Non doveva esserci un duetto con Morgan in questo album?
Come sapete ne abbiamo parlato e comunque ho inciso con lui 'Andiamo a Londra'. Con Morgan è stato difficile creare la giusta atmosfera anche perché secondo me lui, in quanto artista, ha bisogno di stare tranquillo e di vivere in una bolla di sapone per produrre. Resta il fatto che è un musicista straordinario.
Ieri hai tenuto il tuo primo concerto a Milano poi altre tappe a luglio a Taormina e Cattolica mentre a settembre sbarchi a Milano, Roma e Firenze. Cosa dovranno aspettarsi i tuoi fan?
Sicuramente un tour fatto a mano, creazione totalmente artigianale e mia. Voglio creare un ambiente di fantasia con la carta. E' come assistere a uno spettacoli di balletto più che a un concerto. Vedrete...
Prosegue la tua avventura a "X Factor", cosa hai imparato da questa esperienza?
Che abbiamo grandi responsabilità nei confronti dei talenti che calcano il palco. Io ho aiutato un ragazzino di 16 anni zingaro a The Voice France, un rapper che ad oggi ha venduto oltre un milione e mezzo di copie. Sono stato l'unico a girarmi con la sedia quando ho ascoltato la sua voce. Poi in generale credo che noi giudici o coach abbiamo il dovere di non parlare alla tv ma al cuore.
Ho voluto evidenziare come a causa anche della mia cultura libanese fosse quasi una vergogna esprimermi o quantomeno parlare di me. Perciò con questo album ho voluto esplorarmi e mostrare a tutti il mio mondo, senza nessun problema né reticenza.
Qual è il tuo stato d'animo?
Quando pubblico un album sono triste perché comunque le canzoni e il disco rappresentano un momento di intimità che esce verso l'esterno, quindi di base c'è sempre un po' di malinconia.
C'è anche una canzone dedicata a tua mamma "All She Wants", di cosa parla?
Parla delle sue aspettative e di quando avevo undici anni lei pensava a me come un ragazzo che poi avrebbe creato una famiglia tradizionale, che sarebbe andato da lei alla domenica per il pranzo, che insomma avessi una vita tranquilla! Diciamo che non è andata proprio così (ride, ndr). Oggi lei è orgogliosa di me al 90% mentre il restante 10% diciamo che ancora un po' desidera per me quella vita lì.
In questi brani sembra tu abbia messo da parte il falsetto, è voluto?
Ora che ci penso hai ragione... E' vero e non so perché sia successo.
Non doveva esserci un duetto con Morgan in questo album?
Come sapete ne abbiamo parlato e comunque ho inciso con lui 'Andiamo a Londra'. Con Morgan è stato difficile creare la giusta atmosfera anche perché secondo me lui, in quanto artista, ha bisogno di stare tranquillo e di vivere in una bolla di sapone per produrre. Resta il fatto che è un musicista straordinario.
Ieri hai tenuto il tuo primo concerto a Milano poi altre tappe a luglio a Taormina e Cattolica mentre a settembre sbarchi a Milano, Roma e Firenze. Cosa dovranno aspettarsi i tuoi fan?
Sicuramente un tour fatto a mano, creazione totalmente artigianale e mia. Voglio creare un ambiente di fantasia con la carta. E' come assistere a uno spettacoli di balletto più che a un concerto. Vedrete...
Prosegue la tua avventura a "X Factor", cosa hai imparato da questa esperienza?
Che abbiamo grandi responsabilità nei confronti dei talenti che calcano il palco. Io ho aiutato un ragazzino di 16 anni zingaro a The Voice France, un rapper che ad oggi ha venduto oltre un milione e mezzo di copie. Sono stato l'unico a girarmi con la sedia quando ho ascoltato la sua voce. Poi in generale credo che noi giudici o coach abbiamo il dovere di non parlare alla tv ma al cuore.