07 maggio 2019, ore 09:21
agg. 12 marzo 2021, ore 17:10
Intanto il calciatore sui social attacca l'allenatore e nega di essersi rifiutato di entrare in campo durante la partita contro il Bologna
"Voglio risolverla nello spogliatoio, parlare con la lingua che mi piace e che in tv non si può usare". Lo ha detto Rino Gattuso, nel post partita di Milan-Bologna, a proposito della lite in panchina con Bakayoko avvenuta ieri durante il posticipo della 35esima giornata di Serie A. L'allenatore dei rossoneri ha proseguito: "Tutti possono mandarmi a quel paese, l'importante è non mancare di rispetto allo spogliatoio. Ho chiesto a Bakayoko di entrare e ci ha messo troppo tempo. Nei giocatori c'era tanta rabbia per la decisione dura di tenerli lontani dalle famiglie, volevo vedere la stessa rabbia in campo e la squadra ha saputo battagliare". Nelle scorse settimane il calciatore francese di origini ivoriane, era stato al centro di due episodi discussi: a metà marzo aveva litigato con Kessie durante il derby, più di recente ha esposto, insieme a Kessie, la maglietta di Acerbi come bottino di guerra sotto la Curva Sud. Bakayoko ha commentato l'episodio di ieri sera via Twitter: "Sono diverse settimane che sui media si parla di me, ma io ho deciso di non dire niente e di continuare a lavorare. D'altra parte però quello che è successo stasera (ieri, ndr) e l'interpretazione che si sta cercando di dare alla cosa mi obbliga a rispondere subito perché io non accetto di essere considerato un giocatore che si rifiuta di entrare in campo quando glielo chiede il suo allenatore e che non rispetta il suo club e i suoi compagni di squadra. Iniziando in panchina ero pronto a dare il 200% anche se avessi giocato soltanto 5 minuti. Quando Lucas si è fatto male mi è stato detto di cominciare a prepararmi per il cambio. E così ho fatto, mi sono preparato subito e mi sono scaldato per 2/3 minuti massimo. In seguito mi hanno chiesto di tornare in panchina, tutto questo è successo tra il 23' e il 26'. È nel momento in cui mi sono seduto in panchina che l'allenatore si è rivolto a me in modo inatteso e io non ho fatto altro che ripetere le sue parole, niente di più. Che le cose siano chiare: non mi sono mai rifiutato di entrare in campo e non ho mai perso tempo nell'andare a scaldarmi, mi sembra che le immagini parlino chiaro".