06 settembre 2024, ore 14:30
Ad appiccare le fiamme sarebbe stato lui stesso insieme al compagno di cella. Una vicenda resa nota da Uilpa Polizia Penitenziaria, che evidenzia sovraffollamento e carenza di personale
Un ragazzo di 18 anni è morto carbonizzato nel carcere di San Vittore a Milano, per un incendio divampato nella notte nella cella che condivideva con un altro detenuto. Si chiamava Jussef Baron Motkar Loka ed era di origini egiziane. Dopo essere stato arrestato per rapina, era in attesa di giudizio. Illeso il detenuto che era con lui. Le fiamme si sarebbero partite da un materasso. Ad appiccare il fuoco potrebbero essere stati loro stessi. A riferirlo è stato il segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, Gennarino De Fazio.
SOVRAFFOLLAMENTO E POCO PERSONALE
"Non crediamo possa parlarsi di suicidio, ma è un'altra morte che si aggiunge ai 70 detenuti e ai 7 agenti che si sono tolti la vita dall'inizio dell'anno in quello che sempre più appare come un bollettino di guerra" ha sottolineato De Fazio, che punta il dito sul sovraffollamento del carcere e sulla carenza di personale. “A San Vittore sono stipati 1100 detenuti a fronte di 445 posti disponibili” ha spiegato, evidenziando difficoltà riscontrate anche in altri penitenziari italiani. Il sindacalista chiede anche alcuni interventi, tra cui potenziare il corpo di polizia penitenziaria e assicurare l'assistenza sanitaria e psichiatrica. Anche secondo Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, il sovraffollamento è un problema grave. Per questo l'associazione chiede l'istituzione di una commissione parlamentare d'inchiesta sulla condizione delle carceri.Argomenti
Carcere
San Vittore