25 dicembre 2020, ore 18:00
agg. 28 dicembre 2020, ore 14:33
Dalla Francia all'Inghilterra, dal Giappone al Brasile, ecco una selezione variegata con qualche curiosità sulle usanze più strane
Natale che vai usanza che trovi. Ma gli auguri…non mancano mai. Allora facciamo il giro del mondo per conoscere come si dice “Buon Natale” su e giù per il Pianeta. Gli auguri sono il modo migliore per comunicare affetto e vicinanza alle persone care. Quest'anno con la pandemia una vera e propria pioggia di auguri ha travolto i social. In fondo, non è Natale senza auguri. E allora che Natale sia...
Auguri, proviamo a pronunciarli in tante lingue diverse
In Canada, Stati Uniti, Inghilterra e in molti altri Paesi
Merry Christmas!
In Spagna, Messico, America Centrale e Sud America
Feliz Navidad!
In Portogallo
Boas Festas!
In Brasile
Feliz Natal !
In Francia e in molti Paesi dell’Africa
Joyeux Noel !
In Olanda e in Belgio
Zalig Kerstfeest!
In Germania
Fröhliche Weihnachten!
In Austria
Frohe Weihnachten!
In Albania
Gézuar Krishlindjet!
A Natale, Paese che vai usanza che trovi, eccone alcune
La Provenza ha un curioso rito propiziatorio associato a santa Barbara, patrona dei minatori. La tradizione vuole che vengano seminati chicchi di grano e alcune lenticchie in un piatto ricoperto di muschio da annaffiare ogni giorno fino a Natale.
Nei Paesi scandinavi vi è un simbolo legato al Natale, presente in tutte le case, si tratta di Yule Goat, una capra di paglia e stoffa rossa, portatrice di doni e simbolo di buon augurio.
Nella Repubblica Ceca, le donne non sposate tirano di spalle una scarpa verso la porta di casa e, se la punta è diretta verso l'uscio, significa che metteranno presto l'anello al dito.
Nei Paesi dell'Est, in particolare in Bulgaria, al termine della cena si lascia il cibo sulla tavola sino all'indomani, come offerta per gli spiriti dei defunti.
In Norvegia, la notte della vigilia, si nascondono tutte le scope per evitare che streghe e spiritelli le rubino, volando via.
Il giorno di Natale in Portogallo e in Spagna, soprattutto in Catalogna, si brucia un piccolo tronco di legno cavo, dipinto e nascosto per tutto il mese di dicembre fino alla notte della vigilia, quando i bambini lo colpiscono e cantano una canzone per vedere i regali uscire fuori dal tronchetto.
In Russia, dove la Natività si festeggia il 7 gennaio, secondo l'antico calendario giuliano, al posto del tradizionale Babbo Natale arriva Nonno gelo, Ded Moroz, vestito con un lungo abito blu o bianco e accompagnato dalla fanciulla della Neve
In Danimarca e in Norvegia, invece, il compito di portare i regali spetta ai folletti dispettosi Nisser che indossano pantaloni grigi, zoccoli in legno e un cappello a punta e che adorano fare scherzi
In Giappone il colore rosso simboleggia la morte ed è vietatissimo. Impossibile trovare nel Paese i tradizionali Babbo Natale con il vestito rosso e la barba bianca.
Dal Giappone anche una curiosità culinaria
Stupisce una tradizione natalizia locale che risale al 1970, grazie a una campagna pubblicitaria decisamente azzeccata da parte della catena americana KFC (Kentucky Fried Chicken), che riuscì a portare milioni di giapponesi a cena nei loro locali per Natale.
Da allora il pollo fritto del popolare fast food è diventato un tipico piatto natalizio che, tanto per aggiungere assurdità, viene venduto con uno speciale pacchetto festivo completo con champagne alla modica cifra di 40 euro. Il risultato: a Natale i KFC giapponesi sono stracolmi di gente che spende cifre degne di un ristorante per mangiarsi il solito pollo fritto di tutti gli altri giorni dell’anno.