Ministro Amendola a RTL 102.5: "Accordo in Europa è svolta storica, ora tempi veloci, bisogna partire"

Ministro Amendola a RTL 102.5: "Accordo in Europa è svolta storica, ora tempi veloci, bisogna partire"

Ministro Amendola a RTL 102.5: "Accordo in Europa è svolta storica, ora tempi veloci, bisogna partire"


Il ministro per i rapporti per gli Affari Europei commenta a Non Stop News l’intesa per il Recovery fund e svela i retroscena: “Vicini al punto di rottura".

"Dopo questo accordo storico i tempi sono veloci, non è stato facile, sono stati 4 notti e 4 giorni di grande stress diplomatico, e adesso bisogna partire. Entro il 14 ottobre la Commissione aspetta 27 piani nazionali che siano specifici: dove investire, come farlo, quali tempi di spesa e soprattutto aiutare tutti i problemi che abbiamo dopo tre mesi di sacrificio, è un grande lavoro che farà bene all’Italia. Con questo lavoro vogliamo modernizzarla e la tragedia che abbiamo vissuto in questo contesto deve diventare un dovere morale per fare tanto e fare bene”. Così il ministro per i rapporti con gli Affari Europei Vincenzo Amendola ha commentato questa mattina in Non Stop News l'accordo raggiunto in Europa che permetterà all'Italia di ricevere 209 miliardi di euro.


Recovery Fund, il retroscena del ministro Amendola sull'accordo europeo

Il ministro Amendola ha rivelato che durante il lungo summit europeo c'è stato un momento particolarmente duro, nel quale sembrava che la trattativa potesse saltare:

"La seconda notte si discuteva di rinvio delle trattativa che significava non vedersi più, se avessero vinto dei veti quella notte, si sarebbero riproposti con maggiore forza. Dinanzi ad una caparbietà di alcuni paesi che volevano a tutti i costi delle determinate condizioni, si è rischiato davvero di far saltare tutto e noi siamo stati tra quelli che hanno spinto di più per andare ad oltranza, cioè continuare fino a siglare l’accordo. Quello è stato un punto di rottura molto complicato, quella notte se avessero vinto i veti, questo storico accordo non l’avremmo vissuto”.

A proposito del rischio che l'Italia non veda i soldi promessi, il membro del governo Conte ha ostentato sicurezza:

"Noi abbiamo fatto gli Stati Generali che all’epoca furono un po’ derisi, ma in quell’incontro con tanti attori pubblici e privati vennero 187 progetti, cose da fare, azioni concrete da mettere in campo. Il patrimonio di programmi nel nostro Pese c’è, quello che manca e su cui il Governo deve lavorare è la velocità, perché per spendere bene bisogna avere un progetto che sia chiaro e semplice. Sarà un grande sforzo che unirà il Paese e spero che le opposizioni diano il loro contributo perché questi non sono soldi per il Governo, ma serviranno all’Italia per modernizzarsi nei prossimi decenni, quindi aiutare innanzitutto quelli che sono più colpiti dalla recessione, come l’agricoltura, il turismo e il commercio. Gli investimenti in tre, quattro anni ci permettono di portate il Paese in una direzione nuova, sarà una grande rivoluzione”.


Mes, un nodo ancora da sciogliere

Infine, il ministro Amendola, dopo aver elogiato l'Europa per essere stata in grado di reagire in tempi rapidi alla pandemia e alle sue conseguenze economiche e sociali,  ha detto la sua in merito alla discussione interna al governo, tra Movimento a 5 Stelle, Partito Democratico e l’Italia Viva, sul Mes:

"Io penso che dopo Bruxelles siamo più facile parlarne, il Governo adesso ha le condizioni, tutti gli strumenti europei sul tavolo per decidere quale utilizzare. Non nascondo che c’è un dibattito non solo dentro la maggioranza, ma anche in Parlamento, c’è chi ha promesse di fare ferro e fuoco se si attivasse il Mes in Parlamento, però adesso in maniera pragmatica guardando quello che serve al nostro Paese in termini di carico economico, si può discutere e trovare una soluzione".

Di seguito il video integrale dell'intervista al ministro Amendola.


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