“Mio padre è morto nella stanza numero 24 della clinica che dirigo”: Bassetti a cuore aperto su RTL102.5 News
“Mio padre è morto nella stanza numero 24 della clinica che dirigo”: Bassetti a cuore aperto su RTL102.5 News
04 novembre 2021, ore 11:34
Il direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova parla anche della vaccinazione eterologa dopo il via libera dell’Aifa. Poi riavvolge il nastro dei ricordi
Non parla solo di Covid e vaccini, su RTL102.5 News Matteo Bassetti – uno degli infettivologi più quotati al mondo - racconta vicende personali. Gioie e paure, famiglia e lavoro: Bassetti fa una vera e propria operazione rewind, un salto indietro nel tempo. E parla anche di suo padre. “Si chiamava Dante, è morto nel 2005, mi ha insegnato la passione per lo studio": Matteo Bassetti, noto infettivologo che dirige uno dei reparti dell'ospedale San Martino di Genova, ripercorre il suo passato.
A RTL102.5 News, durante Trends&Celebrities, descrive l’ultimo anno e mezzo vissuto tra ospedale e studi televisivi. La Pandemia lo ha reso celebre in tv, dov’è chiamato come massimo esperto nei più importanti programmi.
A Trends&Celebrities Bassetti, per un attimo, non parla solo di Covid e vaccino (si batte da sempre contro ogni tipo di fake news) e racconta il suo rapporto con papà Dante. “Mio figlio porta il suo nome. Qualcuno ha insinuato che io sia stato raccomandato da lui. Ricordo a queste persone cattive che purtroppo mio papà è morto nel 2005, quindi la mia carriera è tutta successiva. Lo ringrazio per i buoni geni che mi ha trasmesso e per avermi insegnato a studiare. Mio padre è morto nella stanza numero 24 della clinica che io dirigo”, dice.
IL GIUDIZIO DI BASSETTI DOPO LA DECISIONE DELL’AIFA
“La vaccinazione eterologa anche per il siero monodose di Johnson&Johnson rappresenta una scelta corretta da un punto di vista scientifico. La risposta, infatti, sembra addirittura migliore e sei mesi di distanza tra le due dosi mi pare essere una buona tempistica”, sostiene in radiovisione. “Dopo un paio di mesi iniziano a decrescere gli anticorpi, ma non significa che spariscano del tutto. Con questa dose booster si dovrebbe riuscire a coprire un periodo di tempo maggiore, magari un anno, e a difendere gli italiani dalle varianti”.Bassetti diventa primario ad appena 40 anni. E’ uno dei più giovani in Italia. Oggi è tra i medici più popolari anche grazie ai social, che utilizza sempre per motivi professionali. “Qualcuno ritiene che quello dell’influencer sia un mestiere negativo, ma io penso che possa essere interessante se si utilizza questo ruolo per fare informazione corretta, soprattutto sui social, dove girano rapidamente notizie false”, puntualizza su RTL102.5 News.
“HO PAURA DOPO LE MINACCE RICEVUTE”
A RTL 102.5 News, Matteo Bassetti parla anche delle minacce ricevute da parte dei no vax. Non ha mai mollato nemmeno per un istante continuando a divulgare il verbo della scienza dividendosi tra ospedale e tv. “Ho paura quando esco di casa, soprattutto per mia moglie e i miei figli. La minaccia e l’insulto, soprattutto quando sono fatti dietro lettera o telefonata anonima o dietro una tastiera sono sempre vili e meschini. Io non arretro di un centimetro, continuo a girare con la mia auto, ma ho una vigilanza della polizia che sorveglia”, continua.UN FUTURO IN TV PER MATTEO BASSETTI?
Sicuramente non abbandonerà mai il camice. Bassetti vuole, però, continuare a fare divulgazione scientifica insieme all’insegnamento universitario. “Faccio il medico ed il professore universitario, continuerò ad insegnare a studenti e specializzandi questo bellissimo mestiere. Se ci saranno opportunità per mettersi al servizio di cose anche più grandi, lo vedremo. Sono felice del mio lavoro, compresa questa parte di dialogo con la gente. Noi professori universitari abbiamo l’obiettivo della terza missione, ossia quello di parlare alla gente attraverso i mezzi di massa”, dice. Nel suo futuro potrebbe esserci una virata da conduttore in televisione. “Sarebbe importante riuscire a fare quello che il grande Piero Angela ha fatto per il sapere. C’è tantissima ignoranza, abbiamo bisogno di dire alla gente cose con valenza scientifica”, conclude.