26 dicembre 2018, ore 11:00
Si indaga su tutti i fronti, dall'incidente al malore ma non si esclude l'omicidio
L'indagine sulla morte di Mattia Mingarelli, il 30enne scomparso misteriosamente in Valmalenco lo scorso 7 dicembre e ritrovato senza vita in un bosco, continua senza sosta. Gli inquirenti non escludono al momento alcuna ipotesi. E' possibile che il decesso sia imputabile a una disgrazia durante l'escursione del giovane comasco o a un suo improvviso malore ma non si esclude neppure l'ipotesi dell'omicidio. E ad alimentare i dubbi è la circostanza secondo cui il cadavere è stato trovato in luoghi che a lungo e senza esito erano stati battuti da decine di uomini del Soccorso Alpino e delle forze dell’ordine, anche con l'ausilio di cani molecolari, specializzati nell'individuazione di corpi senza vita. Il cadavere di Mattia potrebbe dunque essere stato spostato dopo il decesso. Il corpo era stato notato lunedì da alcuni sciatori. Sul cadavere è stata disposta l’autopsia. Il giovane aveva deciso di raggiungere la baita di famiglia nel territorio comunale di Chiesa in Valmalenco (Sondrio), per trascorrere il weekend dell'Immacolata. Poi, il 7 dicembre, la scomparsa nel nulla.