Molfetta: il killer confessa l’omicidio di Antonia Lopez, rimasta vittima di una sparatoria tra esponenti di clan locali
Molfetta: il killer confessa l’omicidio di Antonia Lopez, rimasta vittima di una sparatoria tra esponenti di clan locali Photo Credit: agenzia fotogramma
23 settembre 2024, ore 14:30
Sarebbe stata accidentale la morte della 19enne uccisa nella notte tra sabato e domenica in un locale del comune barese. La sparatoria al culmine di una lite per futili motivi
IL KILLER
Michele Lavopa, 21 anni, barese, reo confesso dell’omicidio di Antonia Lopez, si era recato nella discoteca Bahia Beach di Molfetta per trascorrere una serata tranquilla, senza alcuna intenzione violenta. Aveva con sé una pistola calibro 7,65 per difendersi da “eventuali aggressioni, come spesso accade nei locali notturni baresi” ha dichiarato il 21enne ai carabinieri, durante la sua confessione.
I FATTI
Lavopa era nel locale con fidanzata e amici. Durante la serata aveva notato la presenza di Eugenio Palermiti, 20enne rampollo del clan del rione Japigia del capoluogo pugliese, che si trovava nelle vicinanze. Avendo avuto precedenti violenti con il coetaneo, aveva deciso di spostarsi. Proprio in quel frangente è stato notato da Palermiti, e, a quanto riferisce Lavopa, è iniziato un alterco. Al culmine del litigio il primo ha tentato di estrarre la pistola. Solo allora, l’omicida ha sparato almeno 6 colpi. Uno ha centrato Antonia, amica del rampollo, morta sul colpo. Gli alti proiettili hanno colpito 4 persone - tutti giovani tra 20 e 25 anni-, ferendole. Tra questi anche il Palermiti. Le immagini delle telecamere di sicurezza del locale hanno confermato la versione del killer, seconda la quale si sarebbe poi disfatto dell’arma gettandola a mare.
LE INDAGINI
Michele Lavopa è dunque accusato di omicidio e di tentato omicidio, dopo che davanti al pubblico ministero e al suo avvocato ha confessato il delitto “liberandosi dell’enorme fardello per aver cagionato la morte di Antonia Lopez” è scritto nel decreto di fermo, che spiga che “dopo l’evento sanguinario” Lavopa “era fuggito a piedi dal locale” e in compagnia di alcuni amici "si recavano dapprima a Bitonto, dove occultavano l’arma del delitto e facendo rientro al quartiere si disfaceva degli indumenti indossati in discoteca”. In realtà, è emersa una discrepanza tra le versioni del 21enne, che riguardano l’arma del delitto. In una prima ammissione, aveva raccontato di averla gettata a mare, nella seconda di averla nascosta nelle campagne di Bitonto. Il sopralluogo nelle zone della seconda versione non ha dato ancora nessun esito. Non essendo stata trovata la pistola, lavopa potrebbe reiterare il reato, vista l’acredine con le vittime, pertanto è stato disposto il fermo del ragazzo.