23 novembre 2020, ore 21:30 , agg. alle 22:22
Alberto Tomba e Federica Brignone, il passato e il presente piu' illustre dello sci agonistico azzurro, scendono in pista per sostenere la battaglia dell'intero comparto della neve
"Riaprire le piste da sci per dare un segnale al paese e salvare un settore dal fallimento certo". Alberto Tomba e Federica Brignone, il passato e il presente più illustre dello sci agonistico azzurro, scendono in pista per sostenere la battaglia dell'intero comparto della neve che si oppone alla proroga della chiusura delle stazioni invernali anche nell'ambito delle misure anticovid oggi allo studio del governo. E lo fanno con un appello in tandem. "E' molto importante che gli impianti aprano a Natale, perche' sarebbe un segnale positivo per tutti. Altrimenti, con le stazioni chiuse, il danno sarebbe irreparabile" l'intervento deciso della campionessa azzurra detentrice della coppa del mondo. Non ha dubbi anche Tomba: "Nello sci il distanziamento non e' certo un problema. Le piste vanno aperte".
La stagione delle feste non può andar persa
E si deve riaprire per Natale anche per dare un segnale di speranza per il Paese intero. "Permetterebbe alle famiglie e ai ragazzi di stare all'aria aperta - sottolinea Brignone -, facendo nel rispetto delle regole uno sport che non e' pericoloso, che permette di stare a distanza perche' nello sci e' difficile starsi addosso. E darebbe un segnale di positivita'". "E' davvero importante che gli impianti aprano - insiste la sciatrice figlia d'arte -. E questo perche' oltre a consentire a tutti una boccata d'aria, serve per l'intero settore: si rischia altrimenti che le stazioni cadano in una crisi senza fine. Tante gia' fanno fatica ad arrivare a fine stagione, a pareggiare i conti e Natale fa la grossa fetta. Saltando il periodo di Sant'Ambrogio la perdita e' ingente, fermi a Natale sarebbe un danno irreparabile". E pure per Tomba lo stop prolungato ora non ha senso: "Lo sci e' per eccellenza sport all'aperto e individuale: in piu' non e' davvero un problema di mascherine, perche' gia' ora si usano normalmente protezioni della bocca e del viso. E sciando neppure c'e' un problema di distanziamento -sottolinea Tomba - con tutti gli accorgimenti del caso, ma le piste vanno riaperte". Se il problema e' l'accesso alle piste e l'eventuale rischio assembramento, l'ex campione bolognese indica la ricetta: "Dove c'e' un seggiovia a due o tre posti si va da soli, se e' da cinque si va in tre. E si possono benissimo diminuire e segnare anche i posti sulle cabinovie: non c'e' dunque problema a mantenere il distanziamento sugli impianti". Se il problema e' la fase ristoro dell'apres sky, ovvero il dopo pista convivale tra cioccolata calda e aperitivo, l'uomo simbolo dello sci azzurro spiega che "anche in questo caso, come avviene nei ristoranti, si puo' limitare gli accessi nei rifugi, con mascherina e distanziamento obbligatori".