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Morte Andrea Purgatori, quattro medici accusati di omicidio colposo. Udienza preliminare a settembre

Morte Andrea Purgatori, quattro medici accusati di omicidio colposo. Udienza preliminare a settembre

Morte Andrea Purgatori, quattro medici accusati di omicidio colposo. Udienza preliminare a settembre Photo Credit: agenziafotogramma.it


Diagnosi dei medici sbagliata. le lesioni viste nelle risonanze al cervello non erano metastasi ma ischemie

La Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per quattro medici che ebbero in cura il giornalista Andrea Purgatori, morto nel luglio del 2023. Si tratta del professor Gianfranco Gualdi, dei suoi collaboratori, Claudio Di Biasi e Maria Chiara Colaiacomo, oltre al cardiologo Guido Laudani. Nei confronti dell’equipe medica è contestato il reato di omicidio colposo e l'udienza preliminare è già fissata al prossimo 19 settembre. Secondo l'accusa, i quattro avrebbero sbagliato la diagnosi, portando il giornalista a morire. Non solo: avrebbero letto molto frettolosamente i referti, in modo superficiale, non capendo così che le lesioni viste nelle risonanze al cervello non erano metastasi ma ischemie (il giornalista aveva un tumore ai polmoni). Purgatori venne così sottoposto a dieci cicli di chemioterapia. 


COSA AFFERMANO I MAGISTRATI

I magistrati affermano che i neuroradiologi non refertarono correttamente l'esame di risonanza magnetica dell'8 maggio 2023. Un documento "redatto con grave imperizia, negligenza e imprudenza - si legge nell'atto di conclusioni delle indagini - posto che diagnosticava senza margini di dubbio una metastasizzazione cerebrale, in realtà mai verificatasi, e ometteva qualunque riferimento alla possibilità che le anomalie descritte fossero riferibili a lesioni di natura ischemica". Secondo la procura il radiologo "anche nella successiva interlocuzione con il paziente e i suoi familiari, nonché con gli altri sanitari coinvolti, rappresentava con forza, sulla base dell'errata diagnosi - proseguono i pm -, la necessità di avviare Purgatori a immediate cure radioterapiche per affrontare la grave e prioritaria emergenza metastatica cerebrale". Tutto questo avrebbe avuto due conseguenze molto gravi. La prima, sottoporre il paziente a una terapia inutile e altamente debilitante. La seconda: non rilevare delle lesioni ischemiche che sarebbe stato necessario indagare senza ritardo.




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