12 giugno 2024, ore 18:00
Impossibile stabilire un nesso causale tra la mancata diagnosi e la morte del cantautore
Il gip di Vicenza ha archiviato il procedimento sulla morte di Michele Merlo, cantautore deceduto il 6 giugno 2021 a causa di una leucemia fulminante. Non ha infatti alcuna responsabilità penale il dottor Pantaleo Vitaliano, che nel maggio di tre anni fa diagnosticò uno “strappo muscolare” al 28enne, che si era presentato in ospedale con un ematoma alla gamba, sintomo della malattia che poche settimane dopo lo avrebbe portato alla morte.
MICHELE MERLO, ARCHIVIATA L’INDAGINE SUL MEDICO DI FAMIGLIA
“Finalmente, dopo due anni e mezzo di sofferenza, il dottor Pantaleo Vitaliano può dire di non avere responsabilità penali in relazione al decesso di Michele Merlo”, ha commentato Andrea Biasia, legale del medico di famiglia di Michele Merlo, sulla cui morte era stata avviata un’indagine per omicidio colposo. Dopo quattro mesi, è stato archiviato oggi il procedimento sulla scomparsa del 28enne: per i magistrati, non è stato possibile dimostrare il nesso tra la diagnosi errata e il decesso avvenuto poche settimane dopo. “Il dottor Vitaliano, nonostante in scienza e coscienza abbia sempre garantito di aver operato con il massimo scrupolo professionale, è stato oggetto di attacchi sul piano personale e mediatico. Ha subìto tante offese alla sua onorabilità di medico e di uomo. L’archiviazione del procedimento in questa prospettiva restituisce dignità ad un professionista stimato e che infatti il padre di Merlo ha tenuto come proprio medico di famiglia”, ha sottolineato Biasia.
LA DIAGNOSI SBAGLIATA
Il 26 maggio 2021 Merlo si era presentato in ambulatorio con un grosso ematoma sulla gamba: il dottor Vitaliano, che lo aveva visitato, lo avrebbe rimandato a casa con la diagnosi di strappo muscolare. Il 6 giugno, il 28enne morì a seguito di una emorragia cerebrale scatenata dalla leucemia fulminante. Lo scorso settembre il gip di Vicenza aveva accolto la richiesta del pm Jacopo Augusto Corno, affermando come le perizie degli esperti avessero dimostrato l’impossibilità di stabilire un nesso causale tra la mancata diagnosi del medico di famiglia e il decesso del giovane.