Stava lavorando al rifacimento del manto stradale sulla pista dell’Aeroporto Marconi di Bologna quando è rimasto schiacciato e ucciso da un mezzo della sua stessa ditta, che lo ha travolto, forse in retromarcia. È successo nella notte, intorno alle 3. È morto così un operaio di 52 anni. Di anni ne aveva 44 invece l’uomo che ad Arzano, nel napoletano, è precipitato dal tetto di un capannone mentre lavorava per un’azienda che installa pannelli fotovoltaici. Un volo di 10 metri. A Napoli non ce l’ha fatta neanche l’operaio dell’azienda comunale di rifiuti investito nella notte da un camion, fuori dal deposito. Sono solo le ultime vittime di incidenti sul lavoro di cui si ha notizia nel nostro Paese. Una piaga quotidiana.
I NUMERI E LA POLITICA
Nei primi sette mesi del 2023, secondo l’Inail, i morti sul lavoro sono stati 559. Una cifra altissima, nonostante non tenga conto degli episodi avvenuti tra agosto e settembre. Una realtà che le istituzioni non possono ignorare. Durante la sua informativa urgente sulla strage di Brandizzo, questa mattina alla Camera, il Ministro per le Infrastrutture Matteo Salvini ha assicurato che le responsabilità non potranno rimanere impunite.
"Mi auguro" ha detto
"che nel suo complesso quest'Aula sul tema della sicurezza del lavoro si unisca e metta a disposizione delle istituzioni tutte quello che potrà essere fatto per evitare tragedie come queste". Sullo stesso tema, ieri, si era espressa anche la Ministra del Lavoro Marina Calderone, secondo cui un miglioramento delle condizioni rappresenta una priorità del governo, da conseguire anche attraverso un confronto
"continuo e più serio" con le parti sociali. Che ieri hanno scritto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. "
Non si tratta solo di un problema culturale, c'è una logica di mercato spietata che considera la sicurezza un costo e non un investimento", scrivono i segretari di Cgil, Cisl e Uil.