Movimento Cinque Stelle, la fine di un’epoca con la legge del contrappasso: Beppe Grillo eliminato dalla Rete

Movimento Cinque Stelle, la fine di un’epoca con la legge del contrappasso: Beppe Grillo eliminato dalla Rete

Movimento Cinque Stelle, la fine di un’epoca con la legge del contrappasso: Beppe Grillo eliminato dalla Rete   Photo Credit: Agenzia Fotogramma


25 novembre 2024, ore 16:30

L’ex premier: “Non siamo fatti per stare in una torre d’avorio, siamo disponibili a sporcarci le mani. Ma ci sarà intransigenza su legalità ed etica pubblica, Per noi essere progressisti significa proteggere diritti e conquiste, e battersi per nuovi diritti”

Giuseppe Conte ha cancellato Beppe Grillo. Via votazione online, una vera e propria beffa. Si è dunque conclusa ieri la fase (ri)costituente del M5s, con la consultazione degli iscritti (su 88.933 aventi diritto hanno votato in 54.452 per i quesiti relativi alle modifiche dello Statuto e in 48.112 per i quesiti relativi alle modifiche del Codice etico) che hanno congedato il co-fondatore, fino a ieri noto come Garante dei 5 stelle. Anche se lui non ci sta e annuncia ricorso.

Il ruolo

Il 63,24 per cento ha detto sì all’eliminazione del ruolo ricoperto da Grillo. La maggior parte dei votanti (39,10 per cento) propone ora l’affidamento delle funzioni del garante a un organo collegiale “appositamente eletto”. È davvero la fine di un’epoca per il partito creato da Grillo e Gianroberto Casaleggio. Conte ha dunque ottenuto quello che voleva. La defenestrazione dell’ex comico, la modifica del limite dei due mandati, la ridefinizione delle possibili alleanze. Il 79,29 per cento vuole consentire in deroga la candidatura a sindaco o presidente di Regione, il 67,20 per cento vuole elevare a 3 il limite dei mandati, il 74,96 per cento chiede che le deroghe possano essere sottoposte al voto dell’assemblea, il 64,82 per cento vuole eliminare i limiti per il livello comunale. Insomma, è un cambio radicale per un partito oggi irriconoscibile rispetto alla propria identità iniziale, quando i parlamentari del M5s nemmeno andavano in tv, figurarsi parlare con qualche avversario politico. Invece anche sulle alleanze c’è un effettivo cambio di rotta: l’81,20 per cento dei partecipanti non vuole il divieto di alleanze politiche. Soltanto uno sparuto 13,87 per cento di puristi lo vorrebbe.

L’alleanza

Via libera di fatto all’alleanza strutturale con il Pd. Conte difatti spiega: “Su questo la mia linea è stata molto chiara. Non ho mai parlato di alleanza organica o strutturata col Pd, non sarebbe compatibile con il dna del M5S. Ho sempre ragionato di un dialogo da coltivare con le forze del campo progressista per valutare intese, stando sempre attento a difendere la nostra identità e le nostre battaglie”. Visibilmente galvanizzato dalla vittoria, Conte ieri ha preso atto che il 36,70 per cento dei votanti vuole che il M5S si qualifichi tra i “progressisti indipendenti” (il 26,24 per cento è per “nessun posizionamento”, mentre il 22,09 per cento è per la dicitura “forza progressista” e l’11,53 per collocarsi fra le forze “di sinistra”). Una indicazione chiara dunque per un partito che per anni ha combattuto contro il Partito democratico, convinto com’era del livello di corruzione politica e morale della sinistra italiana. “Non siamo fatti per stare in una torre d’avorio”, ha però detto Conte: “Siamo disponibili a sporcarci le mani e a confrontarci. Ma ci sarà intransigenza sulla legalità e sull’etica pubblica”. Dunque, ha aggiunto Conte, “siamo progressisti nella misura in cui non ci appartiene la cultura della conservazione. Non ci appartiene la cultura reazionaria. Per noi essere progressisti non significa disquisire nei salotti buoni in algide conferenze, ma proteggere diritti e conquiste, e battersi per nuovi diritti”.

Salvini

Così dixit insomma Conte, lo stesso premier che si faceva fotografare insieme a Matteo Salvini nel 2018 per il lancio dei decreti Sicurezza. Lo stesso che difendeva sovranismo e populismo perché, affermava, “sovranità e popolo sono richiamati nell’articolo 1 della Costituzione italiana”. In realtà è trascorso soltanto qualche anno, invece sembrano passati decenni. 


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