Muore in vacanza a Reggio Calabria, secondo i genitori il decesso legato a un pestaggio in discoteca

Muore in vacanza a Reggio Calabria, secondo i genitori il decesso legato a un pestaggio in discoteca

Muore in vacanza a Reggio Calabria, secondo i genitori il decesso legato a un pestaggio in discoteca


08 agosto 2024, ore 21:00

La madre del 23enne ha denunciato i buttafuori di un locale del Varesotto

Omar Bassi, 23 anni, è morto il 5 agosto a Reggio Calabria, dove era in vacanza, per emorragia cerebrale. Per i genitori il decesso sarebbe collegato a un pestaggio che il giovane avrebbe subito da parte dei buttafuori di una discoteca di Origgio nel Varesotto il 20 luglio, dopo che nel locale era scoppiata una rissa.  "Erano cinque contro uno, una scena orribile", ha riferito la cugina di Omar. Nel verbale di denuncia presentato dalla madre del ragazzo si parla di violenze indiscriminate e di sintomi sottovalutati dai medici. I vigilantes, in base alla denuncia, lo avrebbero colpito al volto e alla testa con calci e pugni. Omar, hanno raccontato i familiari che vivono a Bollate, dopo il pestaggio ha accusato nausea e cefalea, è stato visitato in due ospedali del milanese, facendo anche una tac,  e poi dimesso.  Il 23enne si è successivamente  sentito male a Reggio Calabria, dopo la partenza per le vacanze. Improvvisamente  si è accasciato a terra. Giunto in pronto soccorso è stato sottoposto a un' operazione d'urgenza, ma non c'è stato più nulla da fare .La procura ha disposto l’autopsia per chiarire le cause del decesso. Gli organi del ragazzo sono stati donati per essere trapiantati.


Il parere del neurologo

Non si può escludere un nesso causale tra la morte di Omar Bassi e il pestaggio avvenuto due settimane prima. Così, interpellato dalll'Adnkronos Alfredo Berardelli, professore emerito di neurologia presso la Sapienza Università di Roma. "Un trauma cranico può dare delle sofferenze cerebrali che possono essere acute, cioè immediate, come quello che ha avuto questo ragazzo, ma anche tardive, ritardate di due o tre settimane", ha spiegato lo specialista. "Senza avere le carte e tutta la documentazione medica non si possono esprimere giudizi precisi; i nessi causa effetto sono sempre difficili perché si rischia di dare adito ad interpretazioni che poi possono essere male interpretate, in linea di massima è noto è che dopo un trauma cranico è possibile che si sviluppi a distanza di tempo una raccolta di sangue, che si chiama ematoma, che può spiegare l'eventuale nesso con l'evento", ha concluso il professor Berardelli.



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