02 aprile 2019, ore 13:00
Lo psichiatra ai microfoni di Non Stop News commenta il caso dell'omicidio di Stefano Leo a Torino, "Nessuno uccide perché l'altro è felice, bisogna stare attenti alle parole che dicono gli omicidi"
"Sarebbe la prima volta che uno dice 'ho ucciso perché l'altro rideva', la prima volta nella storia. Dobbiamo pensare ad uno psicotico, ad una persona disturbata, che ha trovato una scusante per dirsi quanta violenza e distruttività contiene". Così Raffaele Morelli stamattina a Non Stop News ha commentato il caso del giovane Stefano Leo, ucciso ai Murazzi a Torino, perché era felice, come avrebbe confessato il suo omicida Said Mechaquat. Lo psichiatra ha spiegato: "Nessuno uccide perché l'altro è felice, non è mai successo nella storia. Bisogna stare attenti alle parole che dicono gli omicidi, spesso sono camuffate, parole che vogliono rappresentare il motivo per cui ha ucciso. In un omicida c'è l'idea che uccidendo l'altro cancella da sé la violenza. Ho ucciso perché l'altro era felice? Non è vero, hai ucciso perché sei una mente criminale, violenta e distruttiva".