09 novembre 2023, ore 18:15
34 anni dalla caduta del simbolo della cortina di ferro e del mondo diviso in due blocchi. Meloni e Salvini celebrano la fine “dell’oppressione comunista”: “A distanza di tanto tempo continuiamo a difendere il coraggio di quelle scelte per un futuro migliore”
Tutto comincia poco prima delle 19 con la conferenza stampa del portavoce del governo della Ddr, Guenter Schabowski: l'allora corrispondente dell'Ansa a Berlino est, Riccardo Ehrman, con una sua domanda ne innesca altre, che poi porta all'annuncio storico: in sostanza, si può oltrepassare il Muro. Decine di migliaia di berlinesi dell'est corrono verso i posti di frontiera fra le due parti della città. Le guardie, colte di sorpresa da un afflusso così massiccio, chiedono ordini su come comportarsi ma comunque alzano le sbarre bianche e rosse permettendo a tutti di passare senza controlli.
La notte
Per tutta la notte, solo festa per il flusso di tedeschi dell'est accolto dagli applausi di tanti concittadini dell'ovest: si urla "libertà" e ci si abbraccia, anche fra parenti costretti a vivere divisi per decenni. Giovani - giovane era gran parte di chi si mosse quella notte - che vedono luoghi di cui avevano solo sentito parlare dai più anziani, come l'elegante viale Ku'damm. Si stappano bottiglie, si accendono fiaccole, si sventolano bandiere della Germania e prime copie di un tabloid che già annuncia 'Berlino è di nuovo Berlino'. Insomma, gioia e picconate, abbracci e idranti, sbarre che si alzano e fiumane di vessati che sfociano nella libertà: eccola la notte della caduta del Muro di Berlino, il 9 novembre 1989.
Il simbolo
Il simbolo della fine della cortina di ferro, del mondo diviso in due blocchi atomici. E l'iconografia scolpita nelle menti è fatta anche e, forse soprattutto, dai ragazzi che si arrampicano sul Muro tirandosi su a vicenda; dal piccone che solleva solo polvere dalla granitica e ormai affollata sommità della barriera; dal lavorio di martelli grandi e piccoli. In tre giorni, due milioni di persone passano il confine sancendo la fine di un mondo.
Meloni
34 anni dopo il governo italiano celebra sui social l’anniversario. Lo fa la premier Giorgia Meloni, lo fa il vicepremier Matteo Salvini. Entrambi sottolineano “il tramonto dell’oppressione comunista”, l’obbiettivo di evitare “altre dittature”, e l’esigenza di “proteggere sempre libertà e democrazia”, ovvero “il simbolo della nostra identità”. L’Occidente.