Napoli: detenuto mangia il dito di un compagno di cella. Il carcere non riesce a farlo trasferire

Napoli: detenuto mangia il dito di un compagno di cella. Il carcere non riesce a farlo trasferire

Napoli: detenuto mangia il dito di un compagno di cella. Il carcere non riesce a farlo trasferire   Photo Credit: agenziafotogramma.it


11 settembre 2024, ore 11:30 , agg. alle 11:59

Dopo l’episodio di cannibalismo nessuna struttura psichiatrica si è resa disponibile per ospitare l’uomo affetto da gravi problemi psichici

La situazione nelle carceri italiane è sempre più difficile da gestire. Nel periodo estivo, ogni anno, leggiamo notizie di rivolte interne, fughe e disordini che la polizia penitenziaria non sempre riesce a contenere, complice in primis il sovraffollamento degli spazi a disposizione di chi si trova nelle strutture detentive. Nelle ultime ore, tuttavia, è un caso su tutti a far discutere: protagonista, un uomo detenuto nel carcere di Poggioreale, a Napoli, che nei giorni scorsi ha aggredito un compagno di cella, tramortendolo, staccandogli il dito a morsi e ingurgitandolo pochi istanti dopo lo svenimento del malcapitato.

L’aggressione e le difficoltà del trasferimento

A far indignare, tuttavia, non è solo l’accaduto, evidentemente difficile da prevedere, nonostante il soggetto aggressore avesse già dimostrato gravi squilibri. A fare notizia in queste ore è anche le difficoltà che i gestori della struttura carceraria stanno riscontrando per ottenere il trasferimento in un ambiente più adatto al contenimento degli impeti violenti che non sembrano abbandonare il detenuto.

"Nessuna struttura psichiatrica esterna vuole ospitare il detenuto del Mali che nei giorni scorsi si è reso protagonista di atti di cannibalismo nel carcere di Poggioreale a Napoli". A parlare è il presidente dell'Uspp (Unione sindacati polizia penitenziaria) Giuseppe Moretti con il segretario regionale Ciro Auricchio. A seguito dell’aggressione il giudice aveva disposto il trasferimento del detenuto ma finora, fanno sapere i due sindacalisti, nessuna struttura psichiatrica del territorio si è resa disponibile. Proprio per questo motivo la direzione carceraria e quella sanitaria sono state costrette a reiterare la richiesta.

Le violenze e i problemi di organico

Se il caso del detenuto di Poggioreale risulta parecchio borderline, un altro episodio di violenza preoccupa i rappresentanti della polizia penitenziaria. Protagonista ancora un detenuto psichiatrico, questa volta del carcere irpino di Sant'Angelo dei Lombardi. A essere presa di mira, l'area sanitaria della struttura (che è stata devastata), mentre alcuni agenti sono stati aggrediti con calci e pugni.

"Sul territorio metropolitano di Napoli - spiegano Moretti e Auricchio - da quello che ci risulta, non ci sono idonee strutture dove accogliere i detenuti con patologie psichiatriche: le Rems sono insufficienti e le articolazioni di salute mentale in carcere non funzionano per mancanza di psichiatri". I due sindacalisti chiedono "l'invio urgente di personale medico specializzato in psichiatria, per risolvere il grave problema dei detenuti malati nelle carceri".

In conclusione, la denuncia che riguarda i numeri dell’organico a disposizione delle carceri: "a Poggioreale mancano 150 unità, a Sant'Angelo i colleghi sono costretti a fare turni massacranti. In Campania, complessivamente, ci risulta un deficit di organico pari a 800 unità".


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