10 aprile 2021, ore 12:00
La situazione è davvero difficile, secondo quanto sostiene l'Osservatorio Internazionale sul Fitness, il 40% delle aziende del settore non è sicuro di resistere alla crisi
Il sondaggio di IFO, l'International Fitness Observatory, per cui sono stati interpellati oltre 6.600 club in tutta Italia, è "drammaticamente" chiaro, nel 2019 il settore fitness in Europa era in costante crescita con circa 65 milioni di iscritti ai club e con ricavi totali pari a circa 28 miliardi di euro. Nel 2020 in Italia, a causa del Coronavirus e delle successive misure drastiche, la perdita economica del settore delle palestre, ad oggi, può essere valutata in 2 miliardi di euro, con oltre 200 mila professionisti senza un lavoro stabile.
Servono interventi urgenti e concreti
Con una situazione del genere, aggiungono dall'Osservatorio, sono necessari, nell'immediato, interventi strutturali urgenti e concreti. Il settore, come dicono, è caratterizzato da una maggioranza di club singoli, di piccole dimensioni, in attività da tempo e in cui prevale il modello "one man company". Secondo il rapporto IFO, il 40% dei club dichiara di non sapere se ce la farà a resistere e quanto, e il 20%-25% ritiene che non avrà più le risorse per sopravvivere alla crisi. "L'industria del fitness e dello sport rappresenta per l'indotto una realtà di rilievo nell'economia nazionale". L'Italia, con l'8% del mercato europeo, dopo Germania, 20%, Inghilterra, 19%, e Francia,9%, era al quarto posto, in Europa, con oltre 5,5 milioni di persone iscritte in palestra e con un mercato annuale di oltre 2,4 miliardi di euro, quindi un mercato con ampie prospettive di crescita e che, invece, è entrato nel suo momento storico più drammatico.
Incassi mancati anche per oltre il 70%
Un settore, quello del fitness e delle palestre, che si è consolidato nel tempo, infatti il 62% degli intervistati dall'Osservatorio, ha dichiarato di aver aperto il club più di 10 anni fa, il 23% tra 5 e 10 anni. Tra 2 e 5 anni il 12,4 e i più giovani, tra 1 e 2 anni, solo il 3,4%. Rispetto al discorso economico, prendendo come riferimento il 2019, oltre il 50% dei club ha stimato un mancato incasso di oltre il 70%, considerando che le chiusure hanno seguito periodi differenti nelle varie regioni d'Italia. Il settore si stima abbia perso, sul fatturato annuale, una cifra vicina ai 2 miliardi di incassi. Inoltre, il 21% ha dichiarato che sta accumulando debiti relativi ai pagamenti delle utenze e, il 75%, nonostante la chiusura, sta pagando gli affitti/locazioni degli spazi per le strutture. Per quasi l'87% delle palestre le misure adottate finora non sono state sufficienti a sostenere il settore. Molti, tra i provvedimenti principali, hanno proposto forme di finanziamento a fondo perduto, il 78%, la sospensione di tasse e bollette, il 66%, e misure urgenti per il settore il 58%. Il 20% ha detto di non aver ricevuto ristori o contributi dallo Stato. Infine le note davvero più dolenti. Il 14,7% dei club coinvolti nello studio ha affermato di avere autonomia per 1 mese. In 2 mesi il 31% ritiene di non avere le forze economiche per superare la crisi. Il 48% dei club potrebbe non farcela in 3 mesi. Al quarto mese di stop, il rischio è quello che oltre l'54% dei club non sopravviva. Solo il 6,5% potrebbe avere le risorse economiche per resistere a cinque mesi di chiusura.