Niente accordo sui rider nell'Unione europea, muro di Francia e Germania
17 febbraio 2024, ore 08:00
Francia e Germania fanno muro, salta l'accordo sui rider in Unione Europea, i Socialisti parlano di "schiaffo ai lavoratori"
Salta ancora l'accordo in Unione europea sulle tutele ai rider. I Rappresentanti Permanenti dei 27 Paesi membri, che si sono riuniti per dare il via libera definitivo alla direttiva che riguarda circa trenta milioni di lavoratori della gig economy, non hanno trovato la maggioranza qualificata necessaria all'approvazione. Non è la prima volta. Era già accaduto a dicembre, quando lo stop arrivato dai 27 aveva costretto le istituzioni comunitarie a un supplemento di negoziato, che era terinato positivamente. Ma non è bastato. Nella riunione degli ambasciatori dei Paesi membri Francia, Germania, Grecia e Estonia hanno fatto muro, formando la cosiddetta minoranza di blocco. L'approvazione della direttiva si è così resa impossibile. E con la fine della legislatura alle porte il rischio che il provvedimento abbia imboccato un binario morto è altissimo.
L'obiettivo primario
L'obiettivo primario della direttiva è inquadrare i rider come dipendenti e non come autonomi sulla base di alcune condizioni che vanno dalle divise tutte uguali alla fissazione di orari di lavoro, fino al dato che le performance siano monitorate da un algoritmo. In pratica l'Ue non vuole lavoratori sottoposti a rigidi controlli delle app e degli algoritmi delle grandi piattaforme come Uber, Deliveroo e Glovo. Non solo. Nel caso in cui un'azienda rifiuti di qualificare un rider come dipendente, il provvedimento disciplina che l'onore della prova spetti alla società e non al lavoratore. Il testo prevede infine che qualsiasi decisione sul licenziamento di un rider non possa dipendere dall'intelligenza artificiale ma vada sottoposta al controllo umano.
Salta l'approvazione
La direttiva sui rider sarebbe dovuta approdare tra marzo e aprile all'Eurocamera per la ratifica finale. Mancava solo l'ok dei 27. Nella riunione del cosiddetto Coreper I, quando la presidenza belga ha chiesto se ci fossero riserve al testo, Spagna e Bulgaria hanno rilevato che avrebbero voluto un testo più ambizioso ma hanno comunque assicurato il loro sì. E a favore, a quanto si apprende, avrebbe votato anche l'Italia. Ma i Rappresentanti di Parigi, Berlino, Atene e Tallin hanno annunciato che si sarebbero astenuti rendendo impossibile la maggioranza qualificata. Si è tornato così all'impasse del 22 dicembre, ma ora il tempo per un nuovo trilogo (i negoziati inter-istituzionali) è davvero minimo. Il commissario al Lavoro Nicolas Schmit, su X, ha espresso tutta la sua "delusione". I Socialisti Ue hanno sottolineato che "i liberali in Francia, Germania, e Estonia e i conservatori ellenici hanno permesso che prevalgano gli interessi delle multinazionali". "Quattro governi hanno voltato le spalle a 30 milioni di lavoratori", ha attaccato infine Elisabetta Gualmini del Pd, relatrice del testo per l'Eurocamera.