No definitivo della Cassazione francese all’estradizione di 10 ex terroristi italiani rifugiati oltralpe

No definitivo della Cassazione francese all’estradizione di 10 ex terroristi italiani rifugiati oltralpe

No definitivo della Cassazione francese all’estradizione di 10 ex terroristi italiani rifugiati oltralpe


Il ministro della giustizia Nordio, prendiamo atto

"Prendiamo atto della decisione, un pensiero va alle vittime del terrorismo”. Così il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, dopo la sentenza della Cassazione francese che ha confermato il rifiuto all'estradizione dei 10 ex membri di gruppi dell’estrema sinistra attivi negli anni di piombo in Italia, in gran parte appartenenti alle Brigate Rosse, tutti rifugiati Oltralpe . Tra loro anche Giorgio Pietrostefani, condannato per l'omicidio del commissario Calabresi. “L'Italia ha fatto tutto quanto in suo potere, perché fosse rimosso l'ostacolo politico che per decenni ha impedito alla magistratura francese di valutare le nostre richieste”, ha aggiunto il nostro Guardasigilli. Il tribunale francese, lo ricordiamo, aveva già negato, il 29 giugno dello scorso anno, l'estradizione chiesta dall'Italia. Con oggi si chiude una storia lunga 40 anni, perché il no all’estradizione di Parigi è definitivo. "E' una vergogna che non ha fondamento giuridico”.  Così Roberto Della Rocca, uno dei sopravvissuti agli attentati delle Brigate rosse, ha commentato la sentenza della Cassazione francese. Della Rocca, che è anche presidente dell'Associazione nazionale vittime del terrorismo, lavorava per Fincantieri nel 1980 quando fu ferito a Genova durante un attentato delle Br. "Era prevedibile. Hanno difficoltà ad accettare, ad ammettere che era necessario compiere questo tipo di passo, anche per sistemare altre beghe. Ma immaginavo, pur non concordando, che non avrebbero concesso l'estradizione". E’ quanto ha dichiarato Alberto Torregiani, figlio di Pierluigi, l'orefice ucciso nel 1979 dai terroristi dei Pac.


Parla il figlio del commissario Calabresi

"Era un'illusione aspettarsi qualcosa di diverso e vedere andare in carcere queste persone dopo decenni non ha per noi più senso. Ma c'è un dettaglio fastidioso e ipocrita: la Cassazione scrive che 'i rifugiati in Francia si sono costruiti da anni una situazione famigliare stabile e quindi l'estradizione avrebbe provocato un danno sproporzionato al loro diritto a una vita privata e famigliare'. Ma pensate al danno sproporzionato che loro hanno fatto uccidendo dei mariti e padri di famiglia. E questo è ancora più vero perché da parte di nessuno di loro c'è mai stata una parola di ravvedimento, di solidarietà o di riparazione". E’ quanto ha dichiarato il giornalista Mario Calabresi, figlio del commissario Luigi assassinato nel 1972.



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