Non ci toglierete lo Stadio
Non ci toglierete lo Stadio
18 novembre 2015, ore 09:00 , agg. alle 14:24
La minaccia terroristica non cambierà la nostra vita. E' la risposta della civiltà alla cieca violenza
Gli ottantamila spettatori di Wembley, il canto all'unisono della Marsigliese, in terra d'Inghilterra, sono uno schiaffo potentissimo, clamoroso, all'odio cieco e barbaro.
E' bellissimo che questa risposta sia arrivata proprio da uno degli stadi più importanti al mondo, pochi giorni dopo il tentativo di trasformarne un altro - lo Stade de France di Parigi - in un teatro di orrore e morte.
Quegli ottantamila, i tricolori francesi sugli spalti di Wembley e in decine di stadi e Palazzi dello Sport di tutta Europa, sono la reazione più visibile di questi giorni. Hanno sostituito la folla oceanica, che invase Parigi, dopo Charlie Hebdo e segnalano - oggi come a gennaio - che continueranno a perdere, ogni giorno. Che hanno già perso.
Continueremo a giocare a pallone, a basket e a tennis. Continueremo ad appassionarci ai motori, a litigare per un finale di Mondiale, diverso da come lo avevamo sognato. Continueremo ad andare allo stadio.
Questi subumani, tristi parodie di uomini e donne, non potranno mai capire. Nelle persone non vedono altro che figure indistinte, accecati come sono da una dottrina folle e distorta. Credono di farci paura, fino a spingerci a chiuderci in casa, negando la nostra vita e le nostre passioni.
Ci fanno paura, eccome (come potrebbe essere altrimenti), ma la paura è solo un sentimento umano. Ci convivi, la gestisci, la combatti. Anche e soprattutto nel conforto degli altri, di chi era con noi, al nostro fianco, sugli spalti di Wembley.
A cantare a squarciagola la Marsigliese.