Non è Natale senza giocattoli, ma la crisi Covid rischia di creare ancora problemi

Non è Natale senza giocattoli, ma la crisi Covid rischia di creare ancora problemi

Non è Natale senza giocattoli, ma la crisi Covid rischia di creare ancora problemi


Tra i tanti effetti del Covid-19 c'è anche un problema di approvvigionamento di materiali specialmente nel sud-est asiatico

In ogni film di Natale che si ricordi il tradizionale albero è circondato da una schiera di pacchi regalo contenenti giocattoli per i più piccoli. Settimane dopo aver spedito la canonica "letterina" a Babbo Natale, bambini da tutto il mondo sperano di ricevere i doni che più desiderano, che siano delle costruzioni, una bambola o un'auto telecomandata. La profonda crisi innescata dalla pandemia da Covid-19 ha portato con sé effetti negativi anche nel reperimento di molte materie prime, tra cui anche quelle necessarie per produrre tutti i giocattoli più amati dai più piccoli. Detto ciò, la produzione rischia quindi di subire ritardi che potrebbero creare problemi al mercato dei giocattoli natalizi che pure inizia a lavorare mesi prima del 25 di dicembre.


Aumento dei prezzi

Come ormai gli italiani hanno imparato, la mancanza di materie prime non causa una reale assenza di prodotti, che pure potrebbe farsi sentire, bensì un aumento generale dei prezzi. Il tutto a danno di un settore che nel periodo di Natale - novembre e dicembre - vede concentrarsi metà delle sue vendite. E ancora, il ritardo nelle consegne renderà molto difficile procedere con nuovi ordini in caso di esaurimento delle scorte a volte di per loro esigue. E se da un lato è il costo dei trasporti ad aumentare, i rivenditori che scelgono di affidarsi ad aziende più vicine - nella fattispecie in Unione europea - il prezzo generale dei prodotti risulta comunque in aumento, non solo per le materie prime sempre più rare ma per il generale costo di produzione.


Aumento della domanda

Se da un lato i prezzi salgono, anche la domanda ha subito un incremento. Nei primi mesi della pandemia, infatti, la prolungata permanenza di bambini in casa ha portato i genitori ad acquistare altri giocattoli, oltre che ad altri prodotti necessari per la casa. Inoltre, le famiglie hanno visto aumentare, anche se di poco, i loro risparmi generali. Il tutto ha favorito una maggiore capacità di spesa alla riapertura delle attività, e quindi anche per il Natale 2021. E la crisi rischia di farsi sentire anche solo per alcuni prodotti piuttosto che per altri, complici anche pubblicità invitanti che conquistano il pubblico più giovane.


La fine della crisi

Se il futuro è incerto, complici anche gli scenari ancora oscuri dell'andamento della crisi pandemica, è possibile prevedere che, superato il periodo delle feste, la crisi del settore dei giocattoli potrebbe rientrare. E se anzi i giochi subiranno ritardi negli arrivi, il rischio è che i magazzini possano essere vuoti a Natale e troppo pieni a gennaio.


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