Noury (Amnesty) a RTL 102.5: "Zaky un successo, ora processo per Regeni"
21 luglio 2023, ore 12:14
Il portavoce di Amnesty international Italia parla a RTL 102.5: "Se il governo egiziano ha proposto uno scambio tra la libertà di Zaky e la verità su Regeni, un governo serio avrebbe rifiutato"
Tra le realtà che più si sono battute per la libertà di Patrick Zaky c'è sicuramente Amnesty international. Il suo portavoce per l'Italia, Riccardo Noury, torna a parlare su RTL 102.5. "La libertà di Zaky è un successo di una campagna iniziata il 7 febbraio 2020 quando è stato arrestato e a cui hanno aderito tante istituzioni e realtà, che nelle ventiquattro ore successive alla vergognosa condanna di qualche giorno fa si sono mosse. Quando Patrick metterà piede sull'asfalto di Bologna avrò la certezza che tutto questo sarà finito". "In Egitto ci sono sessantamila prigionieri politici. Ma penso alla Cina, all'Iran o alla Russia. È un mondo in cui i diritti umani sono violati e difenderli ogni giorno ha un costo notevole".
La mobilitazione
"Ognuno dovrebbe fare quello che sa fare meglio" dice Noury. "La diplomazia sta nel negoziare anche non in forma pubblica. L'informazione deve tenere alta l'attenzione, l'opinione pubblica invece deve fare rumore. Tutto questo funziona se ci si muove insieme, allo stesso passo e per lo stesso obiettivo". Rispetto ai metodi di pressione di Amnesty, Noury ricorda gli inizi: "Nel 1961 iniziammo scrivendo lettere per posta ai governi nelle cui carceri c'erano persone che non dovevano starci. Sessant'anni dopo lo facciamo con le email e ancora raccogliendo firme in piazza. Quando Amnesty nacque non c'erano social network, ma noi siamo rimasti quello".
Scambio Zaky-Regeni?
Rispetto alle ipotesi di un presunto scambio tra la libertà di Patrick Zaky e la verità su Giulio Regeni, Noury commenta: "Il ministro degli Esteri ha detto che siamo persone serie. Le persone serie non fanno queste cose. Se c'è stata l'intenzione di proporlo da parte del governo egiziano, persone serie lo avrebbero rifiutato. Sui diritti umani non si fanno scelte, non si va avanti su una storia arretrando su un'altra. Ora Patrick arriverà a Bologna e sarà libero, ma continuiamo a chiedere e pretendere un processo per una verità che tutti conosciamo, ossia che Giulio Regeni è stato vittima di un omicidio di Stato".