Nuovo Olimpo. È stata la mano di Ferzan Ozpetek. Cinema, amore e Roma nel suo film più personale

Nuovo Olimpo. È stata la mano di Ferzan Ozpetek. Cinema, amore e Roma nel suo film più personale

Nuovo Olimpo. È stata la mano di Ferzan Ozpetek. Cinema, amore e Roma nel suo film più personale Photo Credit: agenziafotogramma.it


Presentato ieri nella sezione Grand Public della Festa del Cinema di Roma, approderà il primo novembre direttamente in piattaforma

Un amore impossibile che resiste al tempo e allo spazio. Una Roma silenziosa e maestosa. E poi il cinema come luogo di incontro e formazione. È arrivato alla Festa del Cinema di Roma 2023 il nuovo film di Ferzan Ozpetek, Nuovo Olimpo, che approderà soltanto in piattaforma il prossimo 1 novembre. 

LA TRAMA DEL FILM

Ambientato alla fine degli anni '70, racconta la storia di due giovani venticinquenni, Pietro ed Enea (Damiano Gavino e Andrea Di Luigi). Il primo studia per diventare dottore, il secondo invece sogna di diventare un regista. Si conoscono per caso e, dopo il loro incontro, si innamorano perdutamente l'uno dell'altro. Vengono immediatamente travolti dalla passione e dall’irrefranabile voglia di stare insieme.

A causa di un evento del tutto inaspettato, però, la coppia è costretta a separarsi. Le strade si dividono ma l’amore no. Infatti, nonostante il passare del tempo e la distanza fisica a dividerli, dopo trent'anni i due giovani sperano ancora di ritrovarsi, perché entrambi hanno ancora voglia di vivere quel sentimento mai dimenticato.


AMORE, CINEMA E ROMA

Intimo e personale, intenso e struggente ma mai stucchevole. Una pagina della storia privata di Ozpetek che si deposita sul grande schermo, con la poesia, la delicatezza e la patina del cinema a renderla più affascinante. C’è l’amore, quello nato improvvisamente e in modo folgorante che deve arrendersi alla vita ma che allo stesso tempo valica i confini del tempo e dello spazio. C’è Roma, teatro maestoso e imponente che abbraccia i personaggi fino a farli sprofondare nella sua eterna bellezza. E poi c’è il cinema, quello da gustare nel buio della sala e quello da girare, come specchio delle emozioni più ancestrali. Nuovo Olimpo è tutto questo. Si sente visceralmente l’affetto che il cineasta riversa su ogni singolo frammento della pellicola. Fotografia, colonna sonora, regia, messa in scena, atmosfera. Anche il cast si comporta molto bene. Svetta su tutti una straordinaria Luisa Ranieri, truccata come Mina e dai tratti molto felliniani che aggiunge un tono da commedia alla storia. Gli stilemi tipici del cinema di Ozpetek ci sono tutti, soprattutto le tipiche terrazze romane diventate un suo marchio di fabbrica. Ma in Nuovo Olimpo ritroviamo anche il sodalizio artistico con Mina che firma la canzone di chiusura, Andrea Guerra per la componente musicale e Gianni Romoli, storico sceneggiatore.

Un film chiaramente pensato con il cuore e con gli occhi. Tenerezza e fragilità, ma allo stesso tempo grande esuberanza emotiva che però viene levigata dalla grazia e da quella punta di malinconia che diventa nostalgia. Come spesso è accaduto negli ultimi anni a grandi autori (primo fra tutti Sorrentino con il suo E stata la mano di Dio), anche Ozpetek cede al bisogno di raccontarsi e portare sullo schermo qualcosa che lo riguarda da vicino. "E stata la mano di Ozpetek", si potrebbe pensare. Ma non è un esercizio di stile fine a sé stesso. Ciò che è personale dialoga benissimo con una storia dall’afflato collettivo, in cui molti si potranno specchiare. Un racconto di formazione che pone grande attenzione anche al tema della memoria e dell’importante ruolo che gioca nella crescita dell’individuo.


Non è soltanto questione di necessità, è questione d'amore”. E’ questa una delle frasi pronunciate da Greta Scarano nel film, che sembra adattarsi bene anche per raccontare il lavoro creativo di Ferzan Ozpetek con Nuovo Olimpo. E come se stavolta, a guidare la voglia di girare la pellicola, sia stato proprio l’amore. Per il cinema in primis e per una storia che probabilmente ha cambiato la vita del cineasta.



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