
Ocse, effetto dazi, la crescita globale frena al 3,1% nel 2025, il Pil italiano in crescita dello 0,7% Photo Credit: Fotogramma
17 marzo 2025, ore 12:30
Le previsioni su Europa, Stati Uniti e Italia sono contenute nelle Prospettive Economiche Intermedie dell'Ocse presentate oggi a Parigi
I dati diffusi oggi dall’Ocse partono con lo sguardo rivolto verso gli Stati Uniti: la "crescita annuale del Pil negli Stati Uniti rallenterà rispetto al suo forte ritmo recente, attestandosi al 2,2% nel 2025 e all'1,6% nel 2026”. È quanto contengono le Prospettive Economiche Intermedie dell'Ocse presentate a Parigi.
Il Pil dell’area Euro sarà dell’1% nel 2025 e dell’1,2% nel 2026
Quanto all’Europa, il Pil dell'area dell'euro "sarà dell'1,0% nel 2025 e dell'1,2% nel 2026, poiché l'incertezza crescente mantiene la crescita contenuta. Si prevede che la crescita in Cina rallenterà dal 4,8% di quest'anno al 4,4% nel 2026". Venendo invece all'inflazione, sottolinea l'Ocse, "sarà più alta di quanto previsto in precedenza, sebbene ancora contenuta, con l'indebolimento della crescita economica".
Il Pil italiano su dello 0,7% nel 2025
Il Pil dell'Italia crescerà dello 0,7% del 2025 e dello 0,9% nel 2026. Le stime per il 2025 e per il 2026 vengono tagliate rispettivamente di 0,2 punti e 0,3 punti rispetto alle precedenti prospettive Ocse di dicembre.
Effetto dazi sulla crescita globale
I dazi da (e con) gli Stati Uniti costringono l’Ocse a rivedere le stime sulla crescita globale, che – si apprende – scenderà "dal 3,2% nel 2024, al 3,1% nel 2025 e al 3,0% nel 2026, con barriere commerciali più elevate in diverse economie del G20 e una maggiore incertezza geopolitica e politica che grava sugli investimenti e sulla spesa delle famiglie". Sull'economia mondiale “permangono rischi significativi”, si legge nelle Prospettive economiche intermedie dell'Ocse, secondo cui "un'ulteriore frammentazione dell'economia globale è una preoccupazione fondamentale". Sempre sui dazi, l’organismo internazionale sottolinea che "aumenti più elevati e più ampi delle barriere commerciali colpirebbero la crescita in tutto il mondo e aumenterebbero l'inflazione".