OCSE, nel 2050 in Italia più pensionati che lavoratori
30 agosto 2019, ore 16:00 , agg. alle 19:29
E' quanto emerge dall'ultimo rapporto sul mercato del lavoro dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico
Più pensionati che lavoratori entro il 2050. Secondo l'ultimo studio sul mercato del lavoro dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, potrebbe essere questo il destino dell'Italia. Sulla base degli attuali schemi pensionistici, scrive l'organizzazione nel rapporto "Working Better with Age", il numero di persone over-50 inattive o pensionate che dovranno essere sostenute dai lavoratori potrebbe aumentare di circa il 40%, arrivando nell'aera OCSE a 58 su 100. In Italia, Grecia e Polonia, entro trent'anni il rischio è di un rapporto uno a uno o addirittura di più over-50 fuori dal mondo del lavoro che lavoratori. Di fronte al rapido invecchiamento della popolazione, l'organizzazione invita i governi a promuovere "maggiori e migliori opportunità di lavoro in età avanzata per proteggere gli standard di vita e la sostenibilità delle finanze pubbliche". Ritardando l'età media in cui i lavoratori più anziani lasciano la forza lavoro e riducendo il divario di genere nella partecipazione della forza lavoro in età più giovane, l'aumento medio potrebbe infatti essere ridotto al 9%. Quasi in tutti i Paesi OCSE, l'età effettiva in cui gli anziani escono dal mercato del lavoro è ancora più bassa oggi rispetto a trent'anni fa, nonostante un numero maggiore di anni rimanenti di vita. Ciò è spiegato da una combinazione di scarsi incentivi a continuare a lavorare in età avanzata, riluttanza dei datori di lavoro ad assumere e trattenere lavoratori più anziani e investimenti insufficienti nell'occupabilità per tutta la vita lavorativa.